Ecco chi prenderà al massimo 1.500 euro di pensione lorda a 63 anni e perché

Ecco quando la pensione a 63 anni non può superare un determinato importo: quanto si perde passando dalla pensione lorda a quella netta.
4 mesi fa
3 minuti di lettura
Si può rimandare la pensione oltre i 67 anni di età, ma questa scelta cosa comporta? ecco i pro e i contro.
Foto © Investireoggi

Nel sistema previdenziale italiano non c’è pensione anticipata che non preveda dei tagli al rateo di pensione che incassa il titolare del trattamento. Abbiamo più volte approfondito il metodo di calcolo delle prestazioni in Italia, soprattutto quelle contributive. E siamo arrivati alla conclusione che, tra minori contributi versati per via della cessazione della carriera ed età di uscita che determina, se più giovane, un coefficiente di trasformazione meno favorevole del montante contributivo in pensione, parlare di pensione penalizzata è una cosa certa.

 Ma ci sono alcune misure che, a prescindere dal calcolo del trattamento e dall’ammontare dei contributi accumulati dal lavoratore, hanno dei limiti di importo prefissati. In pratica, una pensione non può essere più alta di una determinata cifra. E a 63 anni, la pensione anticipata con l’Ape sociale è una di queste.

“Salve, mi chiamo Matteo e volevo capire meglio cosa significa che prenderò una pensione di massimo 1.500 euro lordi al mese con l’Ape sociale. Ho compiuto 63 anni e 5 mesi a settembre e avevo intenzione di provare la via della pensione con l’Ape sociale. Infatti, è l’unica via che ho avendo 39 anni di contributi maturati ed essendo escluso da tutte le altre misure di pensionamento. Mi sapete dire come faccio a capire quanto prenderò di pensione effettivamente e se con 39 anni di contributi avrei diritto a un trattamento più elevato? Grazie mille.”

Ecco chi prenderà al massimo 1.500 euro di pensione lorda a 63 anni e perché

In effetti, l’Ape sociale, ovvero l’Anticipo pensionistico a carico dello Stato, è una misura che ha un limite prefissato di importo della prestazione. Un limite che un lavoratore subirà fino ai 67 anni di età, quando dall’Ape sociale, che decade, dovrà richiedere e passare a prendere la pensione di vecchiaia ordinaria. Questa, invece, non ha limiti.

A dire il vero, l’Ape sociale non è l’unica misura che prevede questo genere di vincolo.

Anche la Quota 103, per esempio, prevede che la pensione liquidata con questa misura non possa eccedere 4 volte il trattamento minimo INPS, che nel 2024 è pari a circa 598 euro al mese. Ma è anche vero che come importo massimo di pensione ottenibile dall’INPS, l’Ape sociale ha il limite più basso. Infatti, non si può prendere un trattamento superiore a 1.500 euro lordi al mese.

Ecco i calcoli e le pensioni che non possono essere più alte di un tot

Dal momento che l’Ape sociale permette di andare in pensione a partire dai 63,5 anni di età, anche con solo 30 anni di contributi per invalidi, caregiver o disoccupati (per gli addetti ai lavori gravosi servono 36 anni di versamenti), superare 1.500 euro di pensione lorda è un falso problema. Con 30 anni di versamenti, salvo rare eccezioni e salvo lavoratori con stipendi elevati e continui durante la carriera, la pensione spettante è ben più bassa di 1.500 euro al mese. Tuttavia, chi come il nostro lettore ha una dote contributiva nettamente maggiore, che si avvicina ai 40 anni di versamenti, fa bene a porsi il dubbio.

Dalla pensione lorda a quella netta a 63 anni

Quantificare quanto vale al netto una pensione lorda da 1.500 euro per l’Ape sociale a 63 anni non è semplice. Anche perché molto varia da caso a caso e da contribuente a contribuente. Dipende da tanti fattori, come le detrazioni, i carichi di famiglia e le aliquote delle addizionali che variano da Regione a Regione e da Comune a Comune.

Una pensione lorda significa che è un trattamento a cui il pensionato deve sottrarre le imposte che, anche per le pensioni, sono le stesse e con le stesse aliquote dei redditi da lavoro. Quindi IRPEF e addizionali all’IRPEF, sia regionali che comunali. Un’imposta che si deve ridurre delle relative detrazioni, a partire da quelle per redditi da pensione che sono fisse.

E poi quelle variabili, come possono essere le detrazioni per familiari a carico (il coniuge, per esempio).

Ecco come calcolare il tutto, tra imposte e detrazioni

Una pensione di circa 1.500 euro lordi al mese si trasforma quasi sempre in una pensione netta di 1.200/1.300 euro al mese. Basti pensare che l’aliquota IRPEF a carico di un pensionato è del 23% per redditi fino a 28.000 euro. Significa che su una pensione di 1.500 euro bisogna fare i conti con un’IRPEF di 345 euro. Che, per fortuna, è anche essa lorda. Perché si deve ridurre l’IRPEF delle relative detrazioni per redditi da pensione, che sono inversamente proporzionali al salire della pensione.

Le detrazioni per redditi da pensione hanno una no tax area per i pensionati fino a 8.500 euro. Con una detrazione effettivamente spettante di 1.880 euro all’anno. Significa che oltre 100 euro al mese di detrazione abbatte l’IRPEF dovuta riducendo il taglio dal lordo al netto. Ma poi vanno considerate le variabili a debito, come le addizionali regionali e comunali, e le variabili a credito, come eventuali detrazioni per familiari a carico. Anche per l’Ape sociale e la pensione a 63,5 anni bisogna fare questi calcoli.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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