Nel mese di novembre, il Tesoro ha emesso il quarto BTp Futura, stavolta con scadenza 16 novembre 2033 (ISIN: IT0005466351). Il titolo è negoziato sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana da un mese e mezzo. Ieri, la quotazione risultava scesa a 98,50 centesimi. Per questo, il rendimento medio annuo lordo è salito all’1,42%. Era a poco meno dell’1,27% all’atto dell’emissione.
Ricordiamo che il BTp Futura 2033 è un bond con cedole crescenti, di cui la prima dello 0,75% per i primi quattro anni, la seconda dell’1,35% per il successivo quadriennio e la terza dell’1,70%.
BTp Futura, rendimento più generoso
Il rendimento dell’1,42% si confronta con l’1,19% offerto dal BTp di pari durata e con cedola fissa. Il BTp Futura, quindi, offre circa lo 0,23% lordo in più all’anno, pari a +0,20% netto. Per i quasi 12 anni di vita residua, fa +2,4%. Questo dato corrisponde esattamente a due anni di rendimento del BTp 2033 ordinario. Ecco il “premio” che riesce a garantire oggi agli obbligazionisti che lo hanno preferito al secondo. Per quale ragione dovrebbe mostrarsi così generoso? Possiamo affermare che questo sia il compenso riconosciuto a quanti per anni si accontenteranno di cedole inferiori a quelle staccate dal bond con cedola fissa al 2,45%.
In effetti, il BTp Futura offre cedole inizialmente meno generose e che salgono lungo l’arco di vita del titolo. Specie in un periodo di inflazione crescente, il mercato tende a preferire l’anticipo dei redditi incassati con l’impiego della liquidità. In un certo senso, equivale a dire che questo tipo di obbligazione diventa meno appetibile.