Ecco come programmare la pensione prima dei 62 anni per alcuni nati fino al 1962

Ecco come programmare la pensione prima dei 62 anni per alcuni nati fino al 1962 con lo scivolo in regime usuranti.
2 anni fa
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In attesa che il Governo Meloni vari una riforma delle pensioni degna di questo nome, con nuove e importanti misure di pensionamento anticipato, per il 2024 c’è chi deve iniziare a programmare la quiescenza. E in base alla misure oggi a disposizione naturalmente. Programmare è proprio il termine giusto che per esempio devono adottare quanti soddisfano le condizioni previste dal Dlgs 67/2011 e che maturano i requisiti pensionistici agevolati nel corso del 2024. C’è la concreta possibilità di lasciare il lavoro già al compimento dei 61 anni e 7 mesi per i nati fino al 1962.

Ma serve programmare come dicevamo prima. Ed ecco come programmare la pensione prima dei 62 anni per alcuni nati fino al 1962, come lo è il nostro lettore che ci scrive chiedendo:

“Vorrei alcune informazioni utili alla pensione usuranti. Infatti sono un addetto alla linea a catena, perché lavoro in una fabbrica di auto con turni di notte. In base ai miei calcoli, nel 2024 completo l’età utile alla pensione usuranti (farò 62 anni a giugno 2024). E dal momento che ho 38 anni di contributi versati già oggi, vorrei iniziare a pensare alla mia uscita dal lavoro. Ma devo fare qualcosa già oggi per poter andare in pensione, giusto?”

Ecco come programmare la pensione prima dei 62 anni per alcuni nati fino al 1962

Abbiamo usato il termine programmare la pensione perché occorre adempiere a una particolare domanda per poter andare in pensione con lo scivolo usuranti nel 2024. Infatti nonostante il nostro lettore, come qualsiasi altro lavoratore nel perimetro del lavoro usurante, dovrà presentare domanda l’anno prossimo, serve presentare una istanza preventiva già adesso. Bisogna distinguere infatti tra domanda di pensione e domanda di certificazione del diritto. La prima è la domanda di pensionamento vera e propria, da fare nel momento in cui si arriva in prossimità del completamento dei requisiti. La seconda invece è la domanda con cui un lavoratore interessato chiede all’INPS di certificare il diritto alla sua pensione.

E quest’ultima domanda quella che diventa fondamentale per la pensione prima dei 62 anni per alcuni nati fino al 1962. Infatti scade il prossimo 1° maggio il termine per presentare la domanda di accesso alla pensione anticipata per lavori usuranti. Naturalmente per coloro che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024.

La pensione in regime lavoro usurante, ecco i requisiti utili e i potenziali beneficiari

Se non bisogna confondere la domanda di pensione con la domanda di certificazione del diritto, allo stesso modo non bisogna confondere il lavoro usurante con il lavoro gravoso. Quest’ultimo riguarda l’Ape sociale e la quota 41, con le dovute differenze tra le due misure. Il lavoro usurante invece ha una sua disciplina a parte. Possono essere considerati soggetti alle prese con il lavoro usurante i seguenti soggetti:

  • impiegati in mansioni gravose come da elenco del Dlgs 67 del 2011;
  • addetti alla cosiddetta linea a catena;
  • conducenti di veicoli per servizio di trasporto pubblico a partire da 9 posti di capienza;
  • Lavoratori notturni.

Per poter accedere alla pensione gli interessati devono maturare i seguenti requisiti:

  • almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • completamento della quota 97,6.

Solo per i notturni cambia la quota e quindi il requisito anagrafico da completare in base al numero di notti effettivamente lavorate in un anno solare.

  • 78 o più notti lavorative: quota 97,6 e 61,7 anni di età;
  • da 72 a 77 notti lavorative all’anno: quota 98,6 e 62,7 anni di età;
  • da 64 a 61 notti lavorative all’anno: quota 99,6 e 63,7 anni di età.

Tutti i requisiti, per notturni o per qualsiasi altra categoria che rientra nello scivolo usuranti, devono essere aumentati di un anno (quota compresa) per i lavoratori autonomi.

Le due domande per il lavoro usurante e le penalità per i ritardatari

L’interessato che matura nel 2024 tutti i requisiti sopra citati, per ottenere la pensione anticipata, deve presentare due domande:

  • Domanda di riconoscimento del beneficio con allegato modulo AP45 e tutta la documentazione prevista dal decreto prima citato;
  • Domanda di pensione vera e propria circa 30 giorni prima della data di pensionamento.

Ma come dicevamo prima, fondamentale diventa l’invio della prima domanda.

Infatti scade il primo maggio prossimo il termine ordinario di presentazione della domanda di riconoscimento del beneficio. Il lavoratore che presenta una istanza oltre questo termine, produce il differimento della decorrenza del trattamento pensionistico. In termini pratici, la pensione slitta di qualche mese in base all’entità del ritardo. Nello specifico:

  • Fino a un mese di ritardo, decorrenza pensione che slitta di un mese;
  • Fino a 2 mesi di ritardo, decorrenza della prestazione che slitta di due mesi;
  • Oltre 3 mesi di ritardo, decorrenza posticipata sempre di 3 mesi.

Una volta presenta domanda, l’INPS manderà al diretto interessato l’informativa utile. In pratica l’Istituto invia al lavoratore il provvedimento in cui è riportata la data di decorrenza del trattamento pensionistico. Al riguardo va detto che per lo scivolo usuranti conta molta la copertura finanziaria.

Occhio alle dotazioni finanziarie della misura

Infatti la misura non ha dotazioni illimitate, anche se si tratta di una misura strutturale del sistema e non a scadenza. Se le risorse mancano, è evidente che la pensione slitta ancora di più come data di decorrenza. Un ulteriore rischio che corre chi nel 2023 non provvede alla presentazione della domanda di certificazione per tempo. E dal momento che bisogna anche comunicare le dimissioni dal posto di lavoro per pensionamento, è evidente che ritardare può essere controproducente. Infatti ogni fine anno per completare le istruttorie delle pratiche di pensionamento per usuranti, all’INPS riunisce una commissione che tira i conti sulle dotazioni rimaste. Con tempi lunghi e spesso non calcolabili a priori. Significa che il pensionamento, soprattutto per chi deve andare in quiescenza sul finire del 2024, se si ritarda con la domanda di certificazione, può slittare facilmente all’anno successivo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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