Ogni anno cambiano le regole per andare in pensione al punto che la confusione ormai regna sovrana. Nulla di nuovo è stato introdotto nell’architettura del sistema previdenziale italiano. Tuttavia nel 2024 non si potrà più andare in pensione come nel 2023, ma bisognerà rispettare nuovi requisiti che la legge di bilancio ha introdotto per le opzioni di uscita già esistenti. Fatta eccezione per le regole delle pensioni di vecchiaia e anticipate ordinarie che restano invariate.
Il governo ha infatti spinto per restringere ulteriormente le pensioni anticipate, salvaguardando il resto.
Come andare in pensione nel 2024
Ma vediamo quali sono le strade percorribili per andare in pensione nel 2024. Almeno quelle più battute, scartando le opzioni riservate al personale militare e ad altre categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela previdenziale. Partiamo con la pensione ordinaria o di vecchiaia.
E’ la prestazione pensionistica più comune in Italia. Per ottenerla, è necessario aver raggiunto i 67 anni di età e aver maturato almeno 20 anni di contributi. Il calcolo della rendita avviene in base al sistema contributivo e retributivo, ma per chi ricade nel solo sistema di calcolo contributivo è necessario maturare un importo minimo pari a quello dell’assegno sociale. Diversamente dovrà attendere fino a 71 anni.
In alternativa vi è la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età anagrafica. Questa prestazione è erogata dopo 3 mesi dal perfezionamento dei requisiti, ma se si tratta di lavoratori pubblici la finestra mobile si allunga a 6 mesi. Anche questa pensione è calcolata in base al sistema contributivo e retributivo (misto).
Nulla cambia nemmeno per i lavoratori precoci a cui è riservata fino al 2026 la possibilità di uscita dal lavoro con 41 anni di contributi. Necessario, però, che almeno 12 mesi di contributi siano presenti prima del compimento del 19 esimo anno di età.
Le pensioni anticipate
Modifiche sostanziali sono invece intervenute per Quota 103 (estesa fino alla fine del 2024), Ape Sociale e Opzione Donna. Per quanto concerna la prima deroga, è necessario, come per il 2023, avere 62 anni di età e possedere almeno 41 anni di contributi. Ma, a differenza dello scorso anno, la pensione sarà calcolata esclusivamente con il sistema di calcolo contributivo, più penalizzante per il lavoratore. Anche la soglia massima di pensione erogabile è abbassata a 4 volte il valore del trattamento minimo (2.272 euro) e la decorrenza avviene dopo 7 mesi pe i lavoratori dipendenti privati o autonomi e dopo 9 mesi per gli statali.
Ape Sociale ha mantenuto le stesse caratteristiche dello scorso anno, ma per accedervi servono adesso 5 mesi in più sulla carta di identità. Prima di fare domanda di anticipo pensionistico bisogna avere compiuto 63 anni e 5 mesi. Oltre ad avere un numero di contributi non inferiore a 30 (36 per quanto riguarda i lavoratori usuranti). Nulla cambia per quanto riguarda il calcolo dell’assegno che avviene col sistema misto e con limitazione a 1.500 euro al mese per 12 mensilità non rivalutabili.
Anche Opzione Donna, la pensione riservata alle lavoratrici fragili, richiede dal 2024 un anno in più di età anagrafica. Si parte da 61 anni, con l’eccezione delle lavoratrici madri che hanno uno o più figli per le quali è previsto uno sconto anagrafico fino a 2 anni. La pensione è calcolata con il sistema contributivo e decorre dopo 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti richiesti. Finestra mobile che si allunga a 18 mesi se trattasi di lavoratrici autonome.
Riassumendo…
- Nulla cambia per andare in pensione nel 2024 con la vecchiaia o anticipata ordinaria.
- Quota 103 diventa più stringente e penalizzate per chi esce a 62 anni.
- Si alza il requisito anagrafico di 5 mesi per Ape Sociale.
- Per andare in prepensionamento con Opzione Donna servono 61 anni.