Ecco i 100 euro in più sullo stipendio, a chi tocca il trattamento integrativo

Come funziona il bonus IRPEF conosciuto anche come trattamento integrativo e come recuperare 100 euro al mese senza poi doverli restituire.
12 ore fa
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Come funziona il bonus IRPEF conosciuto anche come trattamento integrativo e come recuperare 100 euro al mese senza poi doverli restituire.
Foto © Investireoggi

Anche per il 2025, come già accade da diversi anni, il trattamento integrativo IRPEF è in vigore. Di conseguenza, i 100 euro al mese saranno ancora riconosciuti in busta paga, come è sempre accaduto in passato. Tuttavia, molti lavoratori non hanno chiaro cosa debbano fare per ottenere questo trattamento, soprattutto perché in passato era chiamato bonus Renzi. Ecco tutto quello che c’è da sapere, adesso, sul trattamento integrativo IRPEF.

Ecco i 100 euro in più sullo stipendio, a chi tocca il trattamento integrativo

Il trattamento integrativo non è altro che uno sgravio fiscale che ha sostituito il bonus Renzi, e consiste in un importo aggiuntivo erogato in busta paga.

Da quando si è trasformato in trattamento integrativo e non più in bonus Renzi, viene riconosciuto anche ai disoccupati titolari di Naspi, ai titolari di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e ai lavoratori atipici. In totale, si tratta di un bonus che vale 1.200 euro all’anno, ovvero 100 euro al mese, come già accennato.

Come funziona il bonus IRPEF, tutto sul nuovo trattamento integrativo

L’importo pieno, pari a 100 euro al mese e 1.200 euro all’anno, spetta soltanto ai lavoratori dipendenti con un reddito annuo lordo imponibile che non superi i 15.000 euro. Inoltre, è necessario che l’imposta lorda (cioè l’IRPEF dovuta) non risulti inferiore alla detrazione spettante, ridotta di 75 euro.

Ci sono quindi vincoli e limiti anche per il trattamento integrativo IRPEF, soprattutto per chi ha un reddito superiore ai 15.000 euro e fino a 28.000 euro. In questi casi, l’importo è calcolato attraverso una specifica formula. Il trattamento integrativo è erogato in misura pari alla differenza tra le detrazioni fiscali spettanti e l’IRPEF dovuta.

Il risultato ottenuto viene poi diviso per 12, per determinare l’importo mensile spettante.

Come ottenere il bonus e quali vie ci sono

Dal punto di vista tecnico, è necessario specificare che il trattamento integrativo è corrisposto automaticamente dal datore di lavoro. E senza bisogno di una vera e propria domanda. È tuttavia necessaria una manifestazione di interesse. O si può chiedere al datore di lavoro di erogarlo mensilmente o di corrisponderlo solo in sede di conguaglio a fine anno. Oppure di non erogarlo affatto.

In quest’ultimo caso, se il lavoratore ne ha diritto, potrà recuperare il beneficio direttamente tramite il modello 730 nell’anno successivo a quello di riferimento del trattamento integrativo.

Attenti a doverlo restituire, meglio usare cautela

Come accennato, per il trattamento integrativo sono determinanti le detrazioni spettanti. Il lavoratore deve quindi considerare le detrazioni per i redditi da lavoro, per eventuali familiari a carico e per gli oneri detraibili. Chi nutre dubbi riguardo alla reale possibilità di usufruire di questo trattamento dovrebbe prestare attenzione.

Se si teme di doverlo restituire perché non spettante, è consigliabile segnalarlo al datore di lavoro, così da evitare di riceverlo e poi doverlo restituire con il modello 730 nell’anno successivo.

In questi casi, è preferibile che tutto sia gestito direttamente tramite la dichiarazione dei redditi, in modo che l’interessato possa recuperare il bonus come rimborso fiscale, sempre a patto che ne abbia effettivamente diritto.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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