In Russia torna il rischio default, ammesso che se ne fosse mai andato. Agli inizi di maggio, l’evento creditizio fu evitato per un solo giorno. Allo scadere del periodo di grazia di un mese, infatti, il Tesoro di Mosca risultò avere pagato la cedola ai possessori del bond in dollari in scadenza nel 2042 e dell’altro scaduto proprio ad aprile e perlopiù rimborsato in anticipo qualche giorno prima in rubli. Adesso, il timore riguarda altri due bond, entrambi in scadenza il prossimo 27 maggio.
Embargo sui bond Russia?
Procediamo per ordine. Con l’invasione dell’Ucraina, Stati Uniti d’America ed Europa hanno comminato dure sanzioni finanziarie alla Russia, tra cui il “congelamento” delle riserve valutarie depositate presso i propri mercati. Le relazioni finanziarie con Mosca sono state impedite. Tuttavia, l’amministrazione Biden ha fatto eccezione per i pagamenti dei bond russi a favore dei creditori esteri. Restano possibili fino al 25 maggio prossimo.
Nel caso in cui gli USA non rinnovassero la proroga dell’esenzione, la Russia continuerebbe a onorare i pagamenti? I due bond in questione sono quello da 3 miliardi di dollari e cedola 4,75% in scadenza nel 2026 e quello da 1 miliardo di euro e cedola 2,65% in scadenza nel 2036. Complessivamente, Mosca dovrebbe sborsare 71,25 milioni di dollari per il primo e 26,5 milioni di euro per il secondo. Ai tassi di cambio attuali, poco più di 99 milioni di dollari in tutto.
Resta da vedere cosa farà Washington. Da un lato, la Casa Bianca punta ad accrescere la pressione sul Cremlino per indurlo a ritirarsi dall’Ucraina. Poiché quasi la metà delle riserve valutarie pre-belliche risulta non essere nelle disponibilità di Mosca, il Tesoro russo ha attinto a quelle rimanenti per onorare le scadenze. Probabile che continui a fare lo stesso con le due cedole in pagamento il 27 maggio.
Rischio default resta elevato
Anche considerando tutte le scadenze da qui a fine anno, la Russia non sborserebbe più di 1,9 miliardi di dollari sui bond in valute straniere. Trattasi di una cifra alla portata per un’economia che incassa la media di 850 milioni di euro al giorno solo esportando all’Europa gas e petrolio. Peraltro, il bond in euro prevede la facoltà per l’emittente di saldare i pagamenti in rubli.
Non è neppure chiaro, infine, se l’embargo americano varrebbe anche in Europa. C’è chi sostiene che i creditori europei potrebbero continuare a ricevere pagamenti da Mosca sui bond, persino nel caso in cui l’esenzione degli USA non fosse prorogata. Ad ogni modo, la pressione resta forte. Il bond in dollari 2042, da poco scampato al default, continua a trattare sui 24 centesimi, scontando l’elevato rischio di inadempienza della Russia nei prossimi mesi. A inizio anno, quotava sopra 130.