Il Tesoro torna a raccogliere liquidità sul mercato dei capitali dopo la scorpacciata di due settimane fa, nel corso della quale ha incassato ben 27 miliardi di euro attraverso l’emissione dei nuovi bond a 3 e 7 anni, la riapertura del BTp a 30 anni e il BoT a 12 mesi. Giovedì 25 gennaio si terrà una nuova asta per l’emissione di tre tranche di altrettanti BTp già in circolazione. Incasso massimo atteso: 5 miliardi.
BTp short term
Nel dettaglio, si tratta della nona tranche del BTp short term con scadenza 29 settembre 2025 e cedola 3,60% (ISIN: IT0005557084) per un importo compreso tra 2 e 2,5 miliardi di euro.
Due BTp€i offerti
Ma forse susciteranno maggiore interesse i due BTp€i offerti, titoli indicizzati all’inflazione Eurostat. Ve ne sono uno con scadenza a 5 anni e un secondo della durata di 15 anni. Vediamoli meglio. La nona tranche del BTp€i 15 maggio 2029 e cedola reale 1,50% (ISIN: IT0005543803) sarà in asta per un importo tra 500 milioni e 1 miliardo di euro. Presenta sul mercato secondario una quotazione appena sotto la pari, a 99,45 centesimi. Il rendimento reale offerto è dell’1,60%, che si confronta con il 3,30% offerto dal bond del Tesoro con cedola fissa.
In pratica, chi acquistasse il BTp€i 2029, si tutelerebbe da un’inflazione media annuale nell’Area Euro dell’1,70%. Ma se questa risultasse superiore alla previsione, l’obbligazionista riceverebbe un rendimento medio più alto di quello che avrebbe percepito acquistando un bond ordinario della medesima durata. Chiaramente, accadrebbe l’opposto nel caso in cui l’inflazione sorprendesse al ribasso. Allo stato attuale, appare più probabile la prima ipotesi, anche perché l’1,70% è un tasso di cosiddetto “breakeven” fin troppo basso per risultare credibile. Ricordiamo che la Banca Centrale Europea ha fissato un target del 2%.
Asta BTp indicizzati utile contro inflazione
Infine, la seconda tranche del BTp€i 15 maggio 2039 con cedola reale 2,40% (ISIN: IT0005547812) per 750 milioni fino a 1,5 miliardi di euro. Attuale prezzo di mercato di 101,80, per cui il rendimento alla scadenza risulta essere del 2,25% reale lordo contro il 4,20% offerto dal bond con cedola fissa. In questo caso, l’inflazione europea mediamente attesa da qui a quindici anni è di poco inferiore al 2%. Poiché gli aumenti dei prezzi al consumo si ripropongono ciclicamente, inserire in portafoglio qualche BTp€i non è mai una cattiva idea. Anzi, sembra particolarmente una buona idea proprio quando l’inflazione non impensierisce.