Martedì 13 febbraio, nuova asta del Tesoro per l’emissione di bond a medio-lunga scadenza. L’obiettivo sarà di incassare una cifra compresa tra un minimo di 7 e un massimo di 8,5 miliardi di euro attraverso quattro tranche di altrettanti titoli di stato già in circolazione. E partiamo da quello più corto: terza tranche da 3-3,5 miliardi e scadenza 15 febbraio 2027 con cedola 2,95% (ISIN: IT0005580045). Stiamo parlando nuovo BTp a 3 anni, emesso per la prima volta un mese fa. Sul mercato secondario tratta un po’ sotto la pari, in area 99,40 centesimi nel corso della seduta di venerdì scorso e ad un rendimento lordo del 3%.
Due bond del Tesoro a sei anni
Poi abbiamo in asta due bond del Tesoro della durata residua di sei anni. Uno scade in data 15 giugno 2030 e offre cedola lorda annuale del 3,70% (ISIN: IT0005542797). Si tratta di una nona tranche per l’importo di 1,25-1,50 miliardi. Si acquista attualmente per circa 101, cioè sopra la pari. E ciò fa scendere il rendimento sotto il tasso cedolare, attestandosi intorno al 3,55%.
L’altro bond del Tesoro a sei anni scade, invece, il 15 novembre del 2030 e offre cedola al 4% (ISIN: IT0005561888). Anche in questo caso si tratta di una nona tranche, ma per un importo leggermente maggiore: 1,5-2 miliardi. Ad un prezzo di mercato di 102,55, decisamente sopra la pari, corrisponde un rendimento anch’esso del 3,55%.
C’è il BTp 2043
Infine, l’asta dei bond ci consente di puntare su una scadenza ben più lunga, pur non lunghissima: il BTp a 20 anni. Data di rimborso fissata per giorno 1 settembre 2043 e cedola al 4,45% (ISIN: IT0005530032). Siamo alla sesta tranche per 1,25-1,50 miliardi. Quotazione intorno alla pari – in area 100,30, questo venerdì – corrispondente a un rendimento simile al tasso cedolare.
Asta bond tra incertezze sul taglio dei tassi
Tutte le cedole appaiono ben sostanziose, anche perché fanno riferimento a bond del Tesoro con prezzi eventualmente non troppo sopra la pari.
Da notare, infine, che l’asta dei bond a medio-lunga scadenza cade in una fase di incertezza del mercato circa i tempi di avvio per il taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa. Dovrebbe arrivare già in aprile, anche se le condizioni macroeconomiche dall’altra parte dell’Oceano Atlantico appaiono così solide da non mettere fretta alla Federal Reserve. Discorso diverso per la Banca Centrale Europea, alle prese con una possibile recessione economica già in corso nell’Eurozona.