Martedì 30 gennaio il Tesoro andrà a caccia di altri 7-9 miliardi di euro con l’asta dei titoli di stato a medio-lungo termine. Saranno quattro le tranche offerte di altrettanti bond già in circolazione. La scadenza più breve riguarda la settima tranche del BTp 1 febbraio 2029 con cedola 4,10% (ISIN: IT0005566408) per un importo compreso tra 3 e 3,5 miliardi di euro. Questo titolo prezza oggi sopra 104 sul mercato secondario e, pertanto, esita un rendimento lordo annuale del 3,23%.
Altri due bond lunghi con cedola fissa
C’è, poi, il precedente “benchmark” decennale con scadenza 1 novembre 2033 e cedola 4,35% (ISIN: IT0005544082).
E arriviamo alla nona tranche dei titoli di stato con durata residua di 11 anni, ma che al debutto erano una scadenza a 15 anni. Data di rimborso: 1 marzo 2035. La cedola è del 3,35% (ISIN: IT0005358806). L’offerta sarà di 1,5-2 miliardi. Qui, il prezzo è decisamente sotto la pari, a 95,34 centesimi mentre scriviamo, corrispondente a un rendimento lordo del 3,91%.
CcTeu unico bond strutturato in asta
Infine, c’è la quarta tranche del CcTeu a 7 anni con scadenza 15 ottobre 2031 e spread 1,15% (ISIN: IT0005554982) per 1,5-2 miliardi. Questo è l’unico tra i titoli di stato in asta a non offrire una cedola fissa, bensì agganciata all’Euribor a 6 mesi. Sul mercato prezza attualmente appena sopra la pari, a 100,20 nella seduta odierna. Offre un rendimento in area 1,12%, al netto del tasso a cui è legato. Esso si confronta con circa il 3,55% offerto dal bond del Tesoro di simile durata e cedola fissa. Pertanto, la differenza di quasi il 2,45% capta l’Euribor a 6 mesi in media atteso da oggi alla data di rimborso del titolo.
Titoli di stato scontano taglio tassi BCE
Si tratterebbe di un bel calo rispetto ad oltre il 3,90% dell’Euribor a 6 mesi attuale. Ennesima prova che il mercato sconta un taglio dei tassi di interesse per i prossimi anni. E ciò si è visto anche con il boom dei prezzi e il crollo dei rendimenti rispettivamente dai minimi e massimi di ottobre e fino ai giorni di Natale. Anche lo spread si è ristretto. Sul tratto a dieci anni era salito fino a ridosso dei 210 punti base, mentre adesso si aggira finanche sotto i 155 punti. Il rischio sovrano è percepito più basso con un costo del denaro calante.