C’è sete di liquidità sul mercato corporate, dato il crollo del fatturato in giro per il mondo con i “lockdown” imposti dai governi per frenare i contagi del Coronavirus. Tra le società che stanno approfittando del sostegno delle banche centrali per emettere debito a basso costo c’è Norwegian Cruise, la compagnia di crociere che ha sospeso le prenotazioni fino al giugno dell’anno prossimo. Eppure, ieri è riuscita a collocare sul mercato obbligazioni per complessivi 1,25 miliardi di dollari, attraverso due tranche.
Scommettere sul mercato ‘junk’ in euro e dollari: rendimenti fino al 13%
Il primo ha incassato il rating “Ba2” di Moody’s, il secondo gradino dell’area “junk” o “spazzatura” per l’agenzia. Si tratta di un titolo che offre cedola 12,25%, il limite inferiore del 12,25-12,50% indicato in fase di guidance. E il prezzo esitato è stato di 99 centesimi, in questo caso il massimo della forchetta 98,5-99 inizialmente fissata. Pertanto, il rendimento esitato alla scadenza è stato del 12,575%. Si tratta di una percentuale molto elevata, ma che dipende dai dubbi espressi dalla stessa società sulla sua capacità di onorare le scadenze per l’anno prossimo, in assenza di finanziamenti. Per questo, le emissioni di ieri a New York rientrano nel tentativo di ottenere 2 miliardi di liquidità per tenere in vita l’azienda, affrontando un periodo di fermo così lungo.
Rendimenti ben oltre la media “junk”
Per quanto la pubblicazione dei risultati del primo trimestre sia stata rinviata, le perdite stimate si aggirano sui 2 miliardi. Tornando al bond “secured”, la garanzia è data da due navi della flotta Norwegian, mentre le obbligazioni convertibili dovrebbero offrire cedola tra il 5,75% e il 6,25% e un tasso di conversione a premio del 20-25%.
Le attività crocieristiche risultano tra le più colpite in assoluto dalla pandemia, anche perché l’azzeramento del fatturato si ha a fronte di costi fissi elevatissimi e per mantenere in vita tali realtà sta rendendosi necessario ricorrere anche a salvataggi pubblici, oltre che all’emissione di debito, grazie alle banche centrali che consentono al mercato di acquistarlo in relativa sicurezza, sebbene il caso Norwegian dimostri che le altissime cedole risentano della percezione del rischio tra gli investitori. Per quanto non rientrino tra gli interventi diretti della Federal Reserve, i titoli con rating “non investment grade” hanno beneficiato ugualmente degli stimoli dell’istituto americano, con i relativi rendimenti ad essere scesi dalla media dell’11,38% a cui erano esplosi a marzo all’8,20% di questi giorni. Dunque, Norwegian Cruise avrebbe offerto un premio di oltre il 50% rispetto al rendimento medio delle emissioni “high yield” in dollari, un dato che fa riflettere su quanto elevate siano le difficoltà finanziarie della società.