Il Tesoro ha effettuato ieri un concambio del valore di 3 miliardi di euro. L’operazione ha visto l’emissione di due tranche di altrettanti titoli di stato in circolazione: il BTp 1 marzo 2032 con cedola 1,65% (ISIN: IT0005094088) per 1,965 miliardi e il CcTeu 15 ottobre 2028 con spread dello 0,80% sull’Euribor a 6 mesi (ISIN: IT0005534984) per i restanti 1,035 miliardi. Ed è proprio su questo secondo bond che ci concentreremo.
Cos’è il concambio
Anzitutto, cos’è il concambio? Come suggerisce probabilmente lo stesso termine, consiste in uno scambio tra titoli.
Euribor 6 mesi atteso
E torniamo al CcTeu 2028. Il Certificato di Credito del Tesoro offre una cedola agganciata all’Euribor a 6 mesi, aumentata dello 0,80% annuale nel caso specifico. Ieri, ha esitato un prezzo pari a 100,35, leggermente superiore a quello vigente sul mercato nelle stesse ore. Ad esso, stando ai nostri calcoli, è corrisposto un rendimento lordo alla scadenza dello 0,87%, ma al netto del tasso di riferimento. I titoli di stato di simile durata con cedola fissa offrivano al contempo un rendimento in area 3,30%.
Questo ci porta ad affermare che il CcTeu 2028 abbia esitato un rendimento del 2,45% più basso di un BTp ordinario. La differenza è determinata dal tasso Euribor a 6 mesi in media atteso dagli obbligazionisti. Dunque, nella media dei prossimi quasi cinque anni sarebbe questo il tasso vigente sul mercato. Netto calo rispetto al 3,915% di inizio settimana. Ma siamo dinnanzi ad aspettative realistiche? Per capirlo interroghiamo la curva forward, che altro non fornisce che l’Euribor atteso nei prossimi anni alle varie scadenze.
CcTeu 2028, prezzo giusto?
Facendo semplici calcoli, otteniamo che da qui alla scadenza del CcTeu 2028 la cedola media risulterebbe incrementata del 2,60% rispetto allo spread dello 0,80%. In altre parole, il concambio di ieri avrebbe leggermente sottostimato il livello dei tassi per i prossimi anni. Il bond potrebbe rivelarsi un po’ più redditizio di quanto insito nei prezzi attuali. E questa sarebbe senz’altro una buona notizia per gli obbligazionisti, sebbene a tassi più alti tendano a corrispondere prezzi obbligazionari più bassi. E inevitabilmente varrebbe anche per questo particolare titolo.