Ecco perché non riesci ad andare in pensione: I vincoli da superare per arrivare al traguardo

Ecco perché non riesci ad andare in pensione se non rispetti i vincoli previsti e da superare per arrivare al traguardo della quiescenza.
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Ecco perché non riesci ad andare in pensione se non rispetti i vincoli previsti e da superare per arrivare al traguardo della quiescenza.
Foto © Pixabay

Non sempre andare in pensione è una cosa facile soprattutto in Italia. E soprattutto alla luce delle attuali regole del sistema previdenziale italiano non è facile andare in pensione con le misure anticipate. Perché raggiungere quell’enorme numero di anni di contributi che servono per la quiescenza è un qualcosa che molti non riescono nemmeno a sfiorare. Ma è difficile anche andare in pensione con le misure ordinarie di vecchiaia. Quelle che in teoria dovrebbero consentire il pensionamento raggiungendo un numero minimo di anni di contributi e raggiungendo la giusta età pensionabile.

In parole povere è difficile andare in pensione anche a 67 anni di età nonostante sia una misura che si dovrebbe centrare semplicemente arrivando a questa età con almeno vent’anni di contributi versati.

Molti lettori ci segnalano che le loro domande di pensione di vecchiaia spesso vengono respinte dall’INPS con motivazioni che ai loro occhi e alle loro orecchie appaiono inspiegabili. Eppure ci sono delle regole insite nel sistema che anche sulle pensioni di vecchiaia impediscono la loro fruizione nonostante i requisiti anagrafici e contributivi siano stati effettivamente maturati.

Pensioni di vecchiaia, ecco quando non bastano nemmeno 67 anni

Per capire ciò di cui parliamo, niente di meglio che iniziare dalla pensione di vecchiaia contributiva. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che la pensione di vecchiaia contributiva, una misura che è appannaggio di soggetti che hanno iniziato la loro carriera di versamenti all’INPS dopo il 1995, si può prendere solo a 71 anni. E bastano a quella età 5 anni di versamenti.

Questi soggetti a 67 anni, anche se hanno 20 anni di contributi versati, potrebbero non poter andare in pensione per via di un importo della pensione sotto soglia, come si dice in questi casi.


>Chi ha cominciato a versare dopo il 1995 per andare in pensione a 67 anni oltre a maturare almeno 20 anni di versamenti, deve arrivare anche a una pensione che di importo non può essere inferiore all’assegno sociale. Significa che se nel 2024 la pensione non si centrava se non era di importo almeno pari a 534,41 euro al mese. E nel 2025 non si centra se non è pari almeno a 538,69 euro al mese.

Ecco perché non riesci ad andare in pensione: I vincoli da superare per arrivare al traguardo

Ancora peggio se consideriamo quello che sono chiamati a fare sempre i contributivi puri con versamenti dal primo gennaio 1996 in poi, per la pensione anticipata. Bastano 64 anni di età e 20 anni di versamenti. Ma occorre anche arrivare ad una pensione anticipata contributiva di importo pari a 3 volte l’assegno sociale. Significa una pensione di almeno 1.615 euro al mese.

E a poco serve che alle donne venga concessa la possibilità di andare in pensione con una soglia più bassa in base al numero di figli avuti (2,6 volte con almeno 2 figli, 2,8 volte con un solo figlio). Perdere il diritto alla pensione in questi casi è facile.
Nel 2025 però per questa pensione è stata introdotta una speciale salvaguardia. Per raggiungere una pensione anticipata contributiva così elevata come importo, chi non ci riesce può aggiungere alla cifra prevista dall’INPS la rendita della previdenza complementare.

Sempre che abbia versato contributi nei fondi integrativi.

Ecco alcuni vincoli imprescindibili per raggiungere la pensione

Attenti anche alle pensioni anticipate ordinarie. Limiti ne ha anche questa misura. E non parliamo di vincoli relativi all’importo della pensione, ma di limiti contributivi. Per andare in pensione anticipata non serve raggiungere una determinata età. Infatti basta arrivare a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. E lo stesso vale per la quota 41 precoci, per invalidi, caregivers, disoccupati e addetti ai lavori gravosi o usuranti.

Basta arrivare a 41 anni di versamenti senza limiti anagrafici. Ma in ogni caso per entrambe queste misure distaccate da limiti anagrafici, è necessario arrivare a maturare almeno 35 anni di contributi effettivi. Significa maturare contributi senza considerare i figurativi per disoccupazioni INPS o malattia indennizzata. E per la quota 41 è necessario pure che dei 41 anni di versamenti almeno un anno, anche discontinuo, sia stato completato entro il compimento dei primi 19 anni di età. Senza rispettare queste condizioni, niente pensione, nonostante i requisiti contributivi generali siano maturi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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