L’argomento è di quelli che dividono. Perché la rottamazione delle cartelle, come qualsiasi altro provvedimento di sanatoria fiscale, che si chiami condono o meno, suscita molti favorevoli. E altrettanti contrari. Un esempio arriva dalla politica: in genere, quando governa il Centrodestra, nascono provvedimenti di questo tipo, mentre la sinistra spesso si mette di traverso, criticandoli e contrastandoli. Polemiche e divisioni che adesso riguardano anche la proposta di una nuova rottamazione quinquies.
Anche la popolazione si divide. Chi non ha problemi con le cartelle esattoriali, o è in grado di farvi fronte, o ancora ha debiti di entità irrisoria, può pensare che un’eventuale nuova rottamazione quinquies sia superflua e poco corretta, considerato che loro pagano.
Chi invece ha debiti che non riesce a saldare – e non parliamo di evasori professionisti che lo fanno di proposito – vede in una ipotetica pace fiscale un vero salvagente.
La Lega di Matteo Salvini ha depositato una proposta di legge per una nuova rottamazione. E ora questa idea trova anche il favore dell’ANC, l’Associazione Nazionale Commercialisti. Ma quali sono i fattori che rendono la rottamazione delle cartelle e una nuova pace fiscale qualcosa di necessario?
La posizione dell’Associazione Nazionale Commercialisti al fianco della Lega per la Pace Fiscale
In un comunicato stampa del 20 febbraio, l’Associazione Nazionale Commercialisti si è schierata a fianco della Lega in materia di pace fiscale. La Lega, infatti, dopo aver presentato invano emendamenti sia alla legge di Bilancio che al decreto Milleproroghe per la rottamazione quinquies, ha ora depositato una proposta di legge.
Come si legge nel comunicato dell’ANC, tale proposta è stata presentata sia a Palazzo Madama che a Montecitorio.
A firma degli onorevoli Alberto Luigi Gusmeroli, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, e Andrea De Bertoldi. L’ANC, nel comunicato stampa, oltre a dichiararsi soddisfatta per la riapertura della rottamazione quater per i decaduti, ha manifestato pieno appoggio all’idea di una versione quinquies del provvedimento.
I rappresentanti dei commercialisti parlano di notevole sensibilità nei confronti di un tema cruciale come il rapporto tra fisco e cittadini, dimostrata dai promotori di questa proposta. Perché, sottolineano, molti cittadini incontrano enormi difficoltà nell’onorare i debiti fiscali. Senza dimenticare, sempre secondo l’ANC, che è nell’interesse stesso dello Stato cercare di recuperare risorse la cui riscossione, in caso di contenziosi, resterebbe di estrema incertezza.
Ecco perché serve davvero una nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali
In pratica, anche i commercialisti appoggiano l’idea di una nuova sanatoria che permetta a chi ha debiti di fare pace con il fisco. Del resto, sottolineiamo, chi non paga non è sempre un truffatore o un evasore.
E chi non paga non vive certo tranquillo, perché va incontro a serie limitazioni, come fermi amministrativi, pignoramenti e ipoteche. Inoltre, chi non paga non può intestarsi case o auto, né regolarizzare la propria posizione lavorativa.
Si tratta di vincoli e limiti che, di fatto, lo escludono dal punto di vista sociale.
Una nuova rottamazione delle cartelle non significa fare un torto a chi paga regolarmente le tasse. Ma è un modo per avere un occhio di riguardo verso chi si trova in difficoltà.
Vantaggi per tutti con una nuova rottamazione quinquies?
C’è poi il risvolto per lo Stato e per il concessionario alla riscossione. I benefici di una nuova rottamazione delle cartelle sono evidenti anche sotto un altro aspetto. Lo Stato, come affermato dai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Commercialisti, recupera risorse che altrimenti difficilmente otterrebbe, se si arrivasse al muro contro muro con un contribuente che, non possedendo nulla, difficilmente pagherebbe.
Allo stesso tempo, l’Agente della riscossione – che dai tempi di Equitalia risulta sommerso da enormi quantità di cartelle – si vedrebbe alleggerire il carico di lavoro. Ci sarebbero meno procedure esecutive da avviare, meno notifiche da inviare, con un conseguente risparmio di risorse economiche e umane. Dato che altrimenti molti dipendenti finirebbero per passare intere giornate a predisporre notifiche che, il più delle volte, non porterebbero ad alcun incasso.