Ecco quando il reddito di cittadinanza si perde e i soldi vanno restituiti 

Prendere il reddito di cittadinanza significa rispettare le regole anche sull’utilizzo dei soldi, perché altrimenti i guai sono seri.  
2 anni fa
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reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è la principale misura di contrasto alla povertà oggi presente nel sistema assistenziale italiano. Si tratta di una via di mezzo tra un ammortizzatore sociale ed un sussidio. Questo è quello che può essere considerato il reddito di cittadinanza. I vincoli della misura sono sicuramente rigidi a tal punto che i soldi del sussidio non possono essere spesi liberamente da parte dei beneficiari. Bisogna attenersi alle regole sulle spese, sui prelievi e sui consumi. Tra l’altro il prelievo di denaro contante sui soldi erogati con il sussidio non è libero ma calmierato.

Disattendere queste regole è pericoloso, perché può portare a perdere il sussidio. Un nostro lettore ci consente di approfondire l’argomento. E quindi, ecco quando il reddito di cittadinanza si perde e i soldi vanno restituiti se non si presta attenzione a piccoli accorgimenti.  

“Gentile redazione, mi chiamo Mario e sono un beneficiario del reddito di cittadinanza dal 2020. La mia vita è profondamente cambiata adesso perché mi hanno revocato il sussidio, ma non solo. Infatti l’INPS mi ha chiesto circa 9.000 euro indietro. In pratica, la restituzione dei soldi precedentemente incassati sempre con il reddito di cittadinanza. A mio nome infatti ci sarebbe una vincita a delle slot machine superiore a 60.000 euro. Si tratta di vincite che avrei accumulato durante gli ultimi 18 mesi. Io questa vincita non l’ho mai ottenuta e premetto anche che le giocate non erano le mie dal momento che un mio amico spesso giocava con il mio conto gioco. Un conto aperto molti anni fa prima che entrassi tra i beneficiari per il reddito di cittadinanza.” 

Il reddito di cittadinanza e il gioco d’azzardo severamente vietato
 

Il caso del nostro lettore non è positivo, dal momento che difficilmente potrà venire a capo di una situazione del genere rientrando di nuovo tra i potenziali beneficiari per il reddito di cittadinanza.

Infatti tra le cose che con i soldi del sussidio non possono essere fatte c’è anche il gioco d’azzardo. Giocare d’azzardo utilizzando i soldi del reddito di cittadinanza è una situazione che porta alla revoca immediata del beneficio nel momento in cui le autorità se ne accorgono. A poco servirà giustificare l’accaduto colpevolizzando l’amico, sostenendo che il conto gioco era vecchio o ancora che i soldi utilizzati per giocare non erano provenienti dal reddito di cittadinanza. Oltre a perdere il sussidio e a dover restituire i soldi all’INPS come normativa sul reddito di cittadinanza prevede, c’è il concreto rischio di essere accusati di frode ai danni dello Stato. 

Cosa accade con le vincite al gioco 

Nel caso specifico il nostro lettore ha dichiarato di non aver mai vinto quei 60.000 euro. Ed effettivamente la versione del lettore potrebbe anche essere avvalorata dal meccanismo con cui l’anagrafe dei conti in gioco riporta questi dati. La registrazione in una piattaforma di gioco legata al Monopolio Statale (AAMS), porta il giocatore ad essere visionato costantemente in tutta la sua attività di gioco, dai versamenti alle vincite e ai prelievi. Sulle vincite però, la banca dati conto gioco sia per slot machine che per le scommesse sportive o per altri tipi di giochi in rete, e anomala. Infatti per l’anagrafe le vincite non riguardano specificatamente il prelievo dal conto di gioco.

Perché le banche dati sbagliano

I dati riguardano l’accumulo giocata dopo giocata. In altri termini, chi spende 10 euro di giocata e ne vince 50, anche se non la preleva e la consuma tutte giocando ancora, risulta vincitore di 50 euro. Non si tiene conto nemmeno della 10 euro iniziale, oltre che naturalmente, del volume di gioco. L’esempio riporta cifre irrisorie da questo punto di vista ma moltiplicandole per volumi di gioco più alti, anche partendo sempre da quelle 10 euro, è evidente che si può arrivare a cifre cospicue prossime a quei 60.000 euro di cui il nostro lettore è accusato di aver vinto.

 

Il rischio va oltre il reddito di cittadinanza perché si va sul penale 

Come detto in precedenza per il nostro lettore poche speranze di ritornare a percepire il reddito di cittadinanza, anzi, dovrebbe trovare un avvocato capace di difenderlo dall’accusa di truffa ai danni dello Stato. Per l’INPS il diretto interessato verrà di fatto bandito da qualsiasi possibile misura di sostegno reddituale. Ma è l’accusa di frode che deve essere risolta necessariamente. Infatti le vincite al gioco devono essere indicate sulla dichiarazione dei redditi è sull’ISEE. Il nostro lettore quindi potrebbe trovarsi nella condizione di essere accusato di aver dichiarato il falso nella DSU (Dichiarazione sostitutiva unica) per ottenere l’ISEE. SI tratta di omessa dichiarazione delle vincite. Tra l’altro per i beneficiari del reddito di cittadinanza è fatto obbligo di comunicare tramite il modello RDC-COM tutte le variazioni intervenute sulla condizione patrimoniale e reddituale. E le vincite rientrano tra i dati che andrebbero comunicati.  

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