Ecco sulle pensioni una per una tutte le novità della legge di Bilancio

Ecco una per una tutte le novità sulle pensioni inserite nella Manovra di Bilancio del governo Meloni e cosa c'è di nuovo per il 2025.
15
2 mesi fa
4 minuti di lettura
Legge di Bilancio del governo Meloni, ecco i punti più salienti e da dove derivano le critiche di sindacati e opposizione.
© Licenza Creative Commons

In materia di pensioni, come sempre, il governo nella legge di Bilancio non ha lesinato novità. Certo, non sono tutte quelle novità che qualcuno si aspettava, perché una vera e propria riforma delle pensioni non è stata varata.

E misure di cui tanto si è discusso in questi ultimi mesi, come la Quota 41 per tutti, oppure la prestazione flessibile con 25 anni di contributi dai 64 ai 72 anni di età, non sono state partorite. Eppure, come dicevamo, non mancano novità nella legge di Bilancio.

Ecco un quadro sintetico di tutto ciò che il governo ha deciso di fare nel pacchetto pensioni della manovra finanziaria 2025.

Ecco sulle pensioni una per una tutte le novità della legge di Bilancio

Partiamo dalla prima novità sulle pensioni: l’Ape Sociale, perché la misura è confermata nella legge di Bilancio. Quindi, nel 2025, i lavoratori che rientrano nelle quattro categorie previste come beneficiarie potranno ancora godere di questo canale di pensionamento anticipato. Si tratta di una misura, come sempre, destinata soltanto agli invalidi, ai disoccupati, ai caregiver e agli addetti alle attività lavorative gravose. Con questa misura potranno uscire dal lavoro quanti, nel 2025, compiono almeno 63 anni e 5 mesi di età. E che completano 30 anni di contributi versati. Ma solo se sono alternativamente invalidi, disoccupati o caregiver.

Invece, devono raggiungere 36 anni di contributi versati coloro che svolgono un’attività di lavoro gravoso. Nella misura restano inalterati anche i requisiti specifici di ciascuna categoria. Per i caregiver, quindi, resta sempre in vigore la coabitazione nella stessa casa da parte del richiedente la pensione e dell’invalido. E ciò da almeno sei mesi prima di presentare domanda di pensione.

La misura continua ad essere erogata fino al raggiungimento dei 67 anni di età del richiedente. E sempre senza tredicesima, senza assegni familiari, senza maggiorazioni e indicizzazione annuale. Inoltre, la prestazione non può superare 1.500 euro al mese e non permette di svolgere attività lavorative.

Salvo quelle di lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.

Confermata Opzione Donna nel 2025, ecco come funziona

Una conferma è arrivata anche per Opzione Donna, una misura che nel 2025 sarà appannaggio delle stesse categorie di lavoratrici a cui è appannaggio oggi. Naturalmente con gli stessi requisiti, che però devono essere completati entro la fine del 2024. Infatti, su Opzione Donna vige la regola che i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre dell’anno precedente quello di pensionamento. Come nel 2024 era necessario completare i requisiti entro il 31 dicembre del 2023, così nel 2025 sarà necessario completarli entro il 31 dicembre del 2024.

Ma quali sono questi requisiti? Restano invariate le platee di riferimento, che sono quelle delle invalide al 74%, per esempio, oppure quelle delle caregiver che assistono un parente disabile grave, ma solo se convivono con l’invalido da almeno sei mesi. E restano dentro il perimetro di Opzione Donna 2025 quante sono state licenziate o sono addette di grandi aziende con tavoli di risoluzione della crisi avviati in sede ministeriale.

Per Opzione Donna bastano 59 anni di età a queste ultime due categorie. Invece, 59 anni di età è possibile per invalide e caregiver ma solo se hanno avuto due o più figli. Con un solo figlio, l’età da centrare diventa quella dei 60 anni, mentre senza figli si parte dai 61 anni. Per quanto concerne i contributi, invece, sempre entro la fine del 2024 devono essere completati almeno 35 anni.

Via libera alla Quota 103 e Bonus Maroni allargato

Tra le novità della manovra è confermata anche la pensione anticipata flessibile di Quota 103. Serviranno anche nel 2025 almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi versati. La misura, come Opzione Donna, resta contributiva.

Come per l’Ape Sociale, anche con la Quota 103 la prestazione non permette di svolgere attività lavorative. Salvo quelle di lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.

E non può superare 4 volte il trattamento minimo INPS dell’anno di riferimento.

La Quota 103 confermata di conseguenza conferma anche lo sgravio contributivo cui può accedere il lavoratore che, anche se ha completato i requisiti, decide di restare al lavoro. In pratica, presentando domanda all’INPS, questo lavoratore può restare al lavoro prendendo uno stipendio più alto, frutto del fatto che i contributi che in genere il datore di lavoro versa ma a carico del contribuente (9,19%, ndr), restano in busta paga.

Uno sgravio che per il 2025 il governo ha deciso di estendere pure alle pensioni anticipate ordinarie. Quindi, coloro che, a prescindere dall’età, hanno raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi o i 41 anni e 10 mesi per le donne, e che pertanto hanno maturato il diritto alla pensione anticipata, possono decidere di restare al lavoro, godendo dello sgravio prima citato al pari di chi fa lo stesso, ma in riferimento alla Quota 103.

Cambiano alcuni aspetti anche delle pensioni di vecchiaia, le novità

Due novità importanti si sono introdotte anche sulle pensioni di vecchiaia ordinarie, ma solo per i contributivi puri. Infatti, è favorito l’accesso alle pensioni di vecchiaia per chi non ha versamenti prima del 1996, grazie alla previdenza complementare.

Usando sotto forma di rendita ciò che è stato versato ai fondi pensione integrativi, saranno ammessi alla pensione di vecchiaia anche coloro che non riescono a centrare il requisito minimo di importo della prestazione utile alle uscite a 67 anni con 20 anni di contributi. I nuovi iscritti, infatti, devono raggiungere un trattamento che per importo non deve essere al di sotto dell’importo di legge dell’assegno sociale, circa 540 euro al mese.

Adesso, e grazie alla rendita maturata dalla previdenza integrativa, c’è la possibilità di superare quel limite che altrimenti avrebbe precluso la prestazione ai contributivi puri.

Sempre per la pensione di vecchiaia, ma per le lavoratrici contributive pure, ecco che aumenta lo sconto sull’età di uscita in base al numero di figli avuti.

Le lavoratrici continueranno a godere della facoltà di tagliare i 67 anni di 4 mesi per ogni figlio avuto. Ma anziché arrivare a massimo 12 mesi di anticipo per chi ha avuto almeno tre figli, si passa a 16 mesi di anticipo per chi ne ha avuti almeno quattro. E il canale di uscita potenziale passa dai 66 anni con tre o più figli a 65 anni e 8 mesi con almeno quattro figli avuti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

15 Comments

  1. Io mi chiedo perché un politico come Meloni, Conte,Salvini, ecc.. ecc non prova a bloccare il suo conto in banca e prendere una stipendio base di un operaio qualsiasi e affittare un appartamento per la sua famiglia x 6 mesi non dico tanto e incominciare a capire cosa vuol dire vivere e riuscire a mettere in tavola il cibo. Ma purtroppo questo è un sogno che non si avverrà mai. Pensate solo per voi stessi, c’è una canzone…. Parole, Parole soltanto Parole

  2. Non capisco perché opzione donna è stata prorogata nel 2025 ma i requisiti devi possederli alla data del 31/12/2024. La legge di bilancio 2024 se fa riferimento alle spese 2025 perché devo possederli alla data del 2024. A differenza di Ape Sociale che prevede i requisiti nel 2025 mi viene da pensare che i fondi per opzione donna 2025 sono 0 riguarda residui del 2024. C’è una discordanza qualcuno mi può spiegare.

  3. Come al solito la politica non si smentisce mai.
    I nostri politici vivono in una bolla dorata e non sanno neppure cosa significa sopravvivere con uno stipendio base attuale, figuriamoci con una pensione minima.
    Tutti in miniera io li manderei…..

  4. Io non capisco dopo 41 anni di lavoro uno non può andare in pensione ma scherziamo ci sono lavori a mio dire che arrivati a 60 anni non si possono più fare ad esempio poliziotto carabiniere guardia giurata muratore metalmeccanici ecc ecc perché riflessi e forza vengono a mancare secondo me ci vogliono far lavorare fino a morte raggiunta una vergogna.

  5. La vera vergogna è promettere per avere i voti e non mantenere le promesse, anzi fare elemosine di 3 euro per poter dire di averle aumentate. Governo bugiardo e inaffidabile.

    • Verissimo, però ora voglio vedere alle prossime elezioni… vedrai che tutti dimenticheranno e si fideranno di un nuovo fantomatico programma che non verrà attuato. Sono questi i motivi che mi spingono a non fidarmi più. Ogni governo, favorisce le sue lobby, in modo arrogante, sfacciato e senza un minimo di vergogna o imbarazzo

  6. Dopo Monti/Fornero adesso anche questo governo di dx, tutti fanno cassa con i pensionati italiani che, a differenza dei francesi che hanno messo sottosopra la Francia, sono degli emeriti pecoroni.
    Ricorrere alla Corte Costituzionale è inutile perché avremo un’altra elemosina come quella di Renzi 😡

  7. Tutti a dire bravi ai francesi che scendono in piazza per far valere i loro diritti mentre noi siamo buoni solo a lamentarci e a scendere in piazza solo quando vince la nazionale.
    È vero o no!
    È vero o no!
    È vero o no!
    E allora!! Non lamentiamoci se lo pigliamo sempre nel cxxxx.

    • Hai proprio ragione. La colpa è nostra che permettiamo tutto.
      La Meloni fa vacanze di lusso e noi qui a sgobbare fino a 67 anni, versare soldi e prendere una pensione da pezzente. Che vergognosi tutti.

  8. Vergognatevi, Salvini Meloni!!! Avete fatto pubbliche promesse con tanto di video: abolizione della legge Fornero, introduzione di quota 41 x tutti; eliminazione delle accuse sulla benzina; aumento delle pensioni minime; tutte bugie solo x raccogliere anzi x estorcere voti!!! Vergogna Vergogna!!! Salvini e Meloni, non vi prude la coscienza!!!

  9. Ma a che serve lasciare un commento sulle pensioni
    Di solo quello che mi capita premetto che sono un disabile al 100%100 dal 2013 nel 2009 ho comprato un piccolo appartamento di 3 livelli con la mia disabilità non posso che affittare ed prendere una in affitto

  10. Perchè il beneficio della riduzione in base ai figli vale solo per i contributivi puri? Le altre non abbiamo faticato lo stesso per metterli al mondo e crescerli?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

aumento pensioni minime rabbia e delusione
Articolo precedente

Pensioni minime 2025, aumento di 3 euro: rabbia e delusione!

Kim Jong-Un invia i militari in Ucraina
Articolo seguente

Ecco perché Kim Jong-Un manda i soldati in Ucraina per combattere la guerra di Putin: l’ideologia non c’entra, servono soldi