Ecco tutti gli esclusi dalla pensione a 63 anni nel 2024 con l’Ape sociale

La nuova Ape sociale, tra vecchie limitazioni e nuovi vincoli, ecco come cambia nel 2024 la pensione a 63 anni per invalidi caregivers, disoccupati e lavori gravosi.
12 mesi fa
4 minuti di lettura
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Foto © Licenza Creative Commons

L’Ape sociale scade il 31 dicembre 2023 ma il governo ha deciso di prorogarla ancora di un anno e quindi di portarla al 31 dicembre 2024. La misura è quella che consente ai lavoratori di andare in pensione a partire dai 63 anni di età. Si tratta di uno strumento previdenziale però, diverso dagli altri sia come struttura che come platea dei potenziali beneficiari. La misura infatti non si rivolge alla generalità dei lavoratori ma solo a determinate categorie. Il nostro Focus odierno guarda proprio al perimetro di applicazione della misura perché nella proroga il governo ha deciso di dare un taglio alla platea dei potenziali aventi diritto.

Saranno di meno quindi i beneficiari della misura rispetto al 2023.

“Buonasera sono, sono un conduttore di muletti in un grande magazzino merci. Svolgo questa attività dal 2000 e pensavo di andare in pensione con l’Ape sociale nel 2024. Ma davvero hanno deciso di ridurre i lavori gravosi? Per due mesi, perché faccio il compleanno a febbraio, rischio di perdere il diritto alla pensione. Sono deluso anche da questo governo. E parlavano di riforma delle pensioni. Assurdo davvero. Secondo voi posso andare in pensione in un altro modo?”

Ape sociale 2024, i requisiti

Nata nel 2017, ritoccata la prima volta nel 2018, confermata anno dopo anno, l’Ape sociale sarà fruibile dai lavoratori pure l’anno prossimo. Ma la platea dei beneficiari si assottiglia di molto rispetto al 2023. I requisiti per accedere alla misura vengo pure cambiati per molti beneficiari. Possono andare in pensione nel 2024 con l’Anticipo pensionistico sociale:

  • Lavoratori addetti alle mansioni gravose;
  • Invalidi;
  • Disoccupati;
  • Caregivers.

Devono essere completati i seguenti requisiti:

  • Almeno 63 anni di età;
  • Almeno 36 anni di contributi versati;
  • Invalidi almeno al 74%;
  • Disoccupati che hanno preso la Naspi interamente;
  • Caregivers che convivono col patente stretto disabile bisognoso della loro assistenza da almeno 6 mesi;
  • Lavori gravosi svolti per almeno sette degli ultimi dieci anni o per almeno sei degli ultimi sette anni.

Lavoro gravoso per la pensione a 63 anni

Nel 2017 l’Ape sociale nacque per consentire l’uscita a 63 anni per queste 4 categorie di lavoratori.

Per caregivers, invalidi e disoccupati bastavano 30 anni di contributi. Per i lavori gravosi invece 36 anni. Nel 2017 i lavori gravosi previsti erano:

  • Conciatori di pelli e pellicce;
  • Addetti ai servizi di pulizia;
  • Facchini;
  • Conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  • Macchinisti dei treni e personale viaggiante;
  • Guidatori di macchinari per la perforazione nelle costruzioni e gruisti;
  • Infermieri o ostetriche che operano su turni nelle sale operatorie e sale parto;
  • Maestre ed educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • Edili e addetti alla manutenzione degli edifici;
  • Operatori ecologici e tutti gli addetti alla raccolta e allo smistamento dei rifiuti;
  • Addetti alla cura, per professione, di persone non autosufficienti.

Nel 2018, con la legge di Bilancio di quell’anno, vennero aggiunte altre 4 categorie, portando i lavori gravosi previsti da 11 a 15. Nello specifico furono aggiunti:

  • Lavoratori marittimi;
  • Pescatori;
  • Operai agricoli;
  • Operai siderurgici.

La vera rivoluzione è stata quella del biennio 2022-2023, quando le attività di lavoro gravoso previste per la misura. divennero molte di più. Infatti furono aggiunti:

  • Professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • Tecnici della salute;
  • Magazzinieri e professioni assimilate;
  • Professioni qualificate nel settore dei servizi sanitari e dei servizi sociali;
  • Estetisti;
  • Addetti ai servizi personali e professioni assimilate;
  • Artigiani;
  • Operai specializzati;
  • Agricoltori in genere;
  • Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali o per il loro trattamento termico;
  • Addetti alla guida di impianti per la trasformazione a caldo dei metalli e loro lavorazione;
  • Conduttori di forni e impianti per la lavorazione del vetro e della ceramica;
  • Addetti alla conduzione di impianti per la trasformazione del legno;
  • Conduttori di impianti per la fabbricazione della carta;
  • Conduttori di macchinari per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi;
  • Addetti alla conduzione di impianti per la produzione e fabbricazione di prodotti chimici;
  • Conduttori di mulini;
  • Addetti alla lavorazione in serie e operai addetti al montaggio di queste lavorazioni;
  • Operatori di macchinari fissi in agricoltura o nell’industria alimentare;
  • Conduttori di macchinari elevatori;
  • Magazzinieri;
  • Addetti ai servizi di pulizia di ristoranti, aree pubbliche, veicoli pubblici, alberghi e uffici;
  • Portantini;
  • Addetti a lavori senza qualifica relativi a silvicultura e allevamento.

 

Ecco tutti gli esclusi dalla pensione a 63 anni nel 2024 con l’Ape sociale

Le attività gravose per dare diritto all’anticipo della pensione per il tramite dell’Ape sociale devono essere state svolte per 7 degli ultimi 10 anni di carriera.

in alternativa possono bastare 6 degli ultimi 7 anni. Nel 2024 però, il governo ha deciso di fare un passo indietro per la misura. Oltre a cambiare i requisiti contributivi per invalidi, caregivers e disoccupati, ha ridotto le attività gravose previste. Infatti si torna alle 15 previste dopo l’aggiornamento 2018 prima segnalato. Per il resto la misura resterà anche nel 2024 intatta rispetto al 2023 e agli anni precedenti.

Quali sono le caratteristiche salienti dell’Ape sociale?

Quando sosteniamo che l’Ape sociale è una misura particolare, facciamo riferimento alla struttura della misura. Partiamo dal fatto che la misura non è definitiva ma provvisoria per chi la percepisce. Essendo un assegno che accompagna alla pensione di vecchiaia, dura esattamente fino a 67 anni. A partire dal mese successivo al compimento dei 67 anni di età, il beneficiario dell’Ape sociale non prenderà più la pensione con questa misura che di fatto decade. Interesse del diretto interessato passare a chiedere all’INPS la pensione di vecchiaia ordinaria per dare continuità alle prestazioni INPS da percepire. Inoltre, dal punto di vista degli importi, la pensione con l’Ape sociale non può superare 1.500 euro al mese. Chi matura il diritto ad una pensione più alta, deve aspettare i 67 anni e la pensione di vecchiaia per prendere effettivamente la pensione spettante.

Cos’altro manca alla misura

L’Ape sociale non prevede la tredicesima mensilità. Per tutti gli anni che mancano ai 67 e quindi per tutta la durata di fruizione dell’Ape sociale, la pensione sarà su 12 mensilità all’anno. La cifra percepita non cambia di anno in anno perché per tutta la durata dell’Ape, gli importi non vengono indicizzati al tasso di inflazione. Per pensioni basse, va detto che con l’Ape sociale non si prendono maggiorazioni e integrazioni al trattamento minimo. E nemmeno gli assegni al nucleo familiare se il pensionato ha diritto a questo istituto. Infine, in caso di decesso prematuro del pensionato, l’Ape sociale non può essere reversibile al coniuge o ad altri parenti meritevoli di questa tutela.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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