Dal prossimo anno l’ecobonus potrebbe risultare meno conveniente per via del nuovo metodo di calcolo che incide in modo potenzialmente negativo sull’importo da portare in detrazione. Vediamo perché.
Come funzionerà l’ecobonus nel 2019? Doppio tetto: sulla spesa e sui singoli interventi di riqualificazione al mq o kw
L’opera di revisione si compone di una cinquantina di pagine. Nella relazione si legge che “il decreto introduce anche massimali unitari di spesa per ogni singola tipologia di intervento”.
I contribuenti che eseguono lavori di riqualificazione energetica dovranno rispettare due tetti: uno totale per le spese complessive e il secondo per singoli valori unitari, sulla base dei metri quadrati o al kW, a seconda dei casi e del tipo di intervento.
In sostanza riassumendo quello che cambierà per i contribuenti qualora venisse confermata la bozza, saranno previsti 28 nuovi tetti di spesa per singola «unità» di prodotto che si acquista: tra i 350 e i 450 euro al metro quadrato per un infisso, 180 euro al mq per una schermatura solare o tra i 200 e i 250 euro al kW per le caldaie a condensazione, pompe di calore a biomasse etc.
Nel caso di una caldaia a condensazione con potenza nominale inferiore ai 35 kW, la spesa massima ammessa alla detrazione sarà pari a 250 euro per ogni kW; mentre sopra i 35 kW di potenza nominale la spesa scenderà a 200 euro per kW.
Restano poi da incrociare i valori con le percentuali di detrazione previste: 75% per la riqualificazione «pesante» al 50% degli infissi e delle schermature solari e nel mezzo gli interventi rimasti alla detrazione del 65% come gli acquisti di caldaie a condensazione con efficienza pari almeno alla classe A