Redditi reali dei lavoratori USA cresciuti di poco
Il tasso di occupazione è sceso al 59,7% dal 61% dell’ultimo mese del 2008, ai minimi degli ultimi 38 anni, a conferma che la discesa del tasso di disoccupazione sarebbe in parte frutto non di maggiori chance lavorative, ma della minore ricerca attiva di occupazione degli americani. Parimenti, la partecipazione al lavoro è scesa negli stessi anni dal 65,5% al 62,8%.
Un dato positivo riguarda, invece, il numero medio di ore lavorate per settimana, salito da 33,8 di fine 2008 a 34,4 del mese scorso.
Scarsa crescita economica e tutta a debito
Infine, guardiamo ai dati macro per eccellenza: pil e debito pubblico. Ebbene, il primo è cresciuto in termini reali del 12% sotto l’amministrazione Obama, pari a un tasso annuo medio di appena l’1,4%. E il presidente uscente è anche il primo dal Secondo Dopoguerra a non avere mai registrato una crescita annua di almeno il 3%. Non solo, ma a fronte di meno di 4.000 miliardi di crescita nominale del pil USA, il debito pubblico nazionale è esploso di 9.500 miliardi, ovvero del 95%, per cui possiamo anche affermare che sotto gli ultimi due governi democratici sono stati necessari 2,5 dollari di debito per stimolare la crescita di appena un dollaro. E la crescita del pil dal 2008 ad oggi è stata quasi perfettamente coincidente negli USA con l’espansione del bilancio della Federal Reserve, come a dire che l’America è cresciuta poco, ma soprattutto a debito. (Leggi anche: Debito USA insostenibile? Critiche ipocrite a Trump)
Ora, non sappiamo se sia questa la chiave di lettura per comprendere il malcontento degli elettori americani, ma di certo ci aiuta a fare luce su un fatto: gli USA non sono stati sotto Obama un’economia rampante, quella dell’“American dream”.