Il secondo trimestre ha sorpreso positivamente riguardo all’andamento dell’economia italiana. Il PIL è cresciuto dell’1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno e del 4,6% su base annua. Abbiamo fatto meglio dell’Eurozona, che si è fermata a +0,7%. Per non parlare della Germania, dove il PIL è rimasto invariato rispetto al primo trimestre e in crescita solamente dell’1,5% su base annua. Un barlume di ottimismo si era diffuso nei giorni scorsi in Italia, tanto che analisti e semplici commentatori avevano notato in quei dati una capacità di “resilienza” dell’economia italiana maggiore del previsto.
Terziario giù, malgrado il turismo
Ma a luglio l’aria sembra essere già cambiata. Il primo mese del terzo trimestre ha debuttato con un PMI servizi in calo a 48,4 punti dai 51,6 di giugno. E’ stata la prima contrazione dal mese di gennaio. La fiducia delle imprese è stata rilevata ai livelli minimi da 20 mesi. Quando l’indice scende sotto 50 punti, significa che l’attività sta contraendosi. E il terziario incide per quasi i tre quarti del PIL.
Il dato di luglio è negativo per l’economia italiana anche per un motivo assai semplice: la contrazione dei servizi è arrivata in coincidenza con il boom del turismo. A giugno, i turisti superavano i 9 milioni, segnando una crescita di 800.000 sul 2019, l’ultimo anno prima del Covid. Federalberghi ha stimato le presenze di maggio a +33,4% sul 2019, in forte accelerazione dal +10,5% di aprile.
Grazie all’allentamento delle restrizioni anti-Covid, il turismo sta segnando un boom superiore alle previsioni. Certo, luglio non era iniziato nel migliore dei modi. La prima settimana fu caratterizzata da numerose disdette a causa della recrudescenza della pandemia e del caos aeroporti in Europa.
Spettro recessione per economia italiana
In Germania, le vendite al dettaglio di giugno sono precipitate del 9,8% su base annua, mai così male da oltre quaranta anni a questa parte. I prezzi al consumo corrono, per cui le famiglie si ritrovano con un minore potere di acquisto. Necessariamente, sono costrette a spendere di meno, ossia a limitare gli acquisti di tutto quanto non sia lo stretto necessario. In Italia, questo fenomeno sta verificandosi in misura inferiore e probabilmente in ritardo, grazie proprio al traino del turismo e al fatto che, rispetto alla Germania, il prezzo del gas incide meno sui bilanci familiari.
Tuttavia, lo spettro della recessione avanza dopo essersi apparentemente allontanato con il dato sul PIL. Il trimestre in corso rischia di sorprenderci negativamente. Del resto, la Russia ha iniziato a chiudere i rubinetti del gas proprio a luglio. Il prezzo è esploso così sopra 200 euro per mega-wattora, segnando un balzo del 400% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Insomma, saremmo solo agli inizi della crisi energetica.