L’economia italiana sta andando meglio delle previsioni. Nel primo trimestre, le stime preliminari dell’ISTAT hanno trovato che il PIL è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% su base annua. Le previsioni erano per una crescita rispettivamente dello 0,2% e dell’1,4%. Nel quarto trimestre del 2022, il PIL italiano era diminuito dello 0,1% congiunturale e cresciuto dell’1,4% tendenziale. Un altro calo congiunturale avrebbe segnato formalmente l’ingresso dell’economia italiana nella recessione.
PIL italiano traina crescita Eurozona
Anche il PIL francese è risultato in crescita nel primo trimestre, segnando un +0,2% sui tre mesi precedenti.
Secondo l’ISTAT, il contributo positivo è arrivato da industria e servizi, mentre il settore primario è risultato stazionario. E sia la domanda interna che quella estera ha esitato una crescita. La crescita acquisita per l’economia italiana è dello 0,8%. In altre parole, se il PIL resterà invariato su base congiunturale nei prossimi tre trimestri, la crescita di tutto il 2023 sarà dello 0,8%. Una prospettiva incoraggiante, considerato che nel Documento di economia e finanze (DEF) approvato dal Consiglio dei ministri nelle scorse settimane si stimi un PIL al rialzo rispetto alle previsioni di novembre dal +0,6% al +0,9% tendenziale. Il dato programmatico salirebbe, invece, al +1%.
Di questo passo, però, è probabile che la crescita dell’economia italiana sia persino superiore all’1%. Ciò porterebbe a un ulteriore miglioramento dei conti pubblici. Il deficit tendenziale è atteso in calo al 4,35% contro il 4,50% stimato a novembre. A proposito di DEF, ieri il gran pasticcio alla Camera con il governo che non riesce ad ottenere l’approvazione a maggioranza assoluta. Ciò ha costretto l’esecutivo a modificare formalmente la relazione di accompagnamento ai saldi di finanza (invariati rispetto al DEF “bocciato”) per arrivare a un nuovo voto odierno alla Camera e successivamente al Senato.
Le minacce all’economia italiana
La premier Giorgia Meloni ha definito l’incidente “una brutta figura”. E lo è. I deputati della maggioranza non hanno fatto bene i calcoli e hanno così giocato con un provvedimento essenziale per sostenere la crescita dell’economia italiana nei prossimi. Tra le misure collegate, infatti, c’è il taglio al cuneo fiscale da varare al Cdm dell’1 maggio insieme ad altre misure sul lavoro. Archiviato il caso, restano altre minacce al PIL. Una è data dai ritardi nell’implementazione delle numerose riforme legate all’ottenimento dei fondi europei con il PNRR.
A tale riguardo, sia Goldman Sachs che Moody’s hanno suonato l’allarme. La stessa S&P, pur confermando il rating e promuovendo i primi mesi del governo Meloni, ha esternato qualche preoccupazione sui ritardi con il PNRR. C’è anche la crisi dell’energia, che al momento sembra sopitasi, ma che potrebbe riemergere con l’arrivo del prossimo autunno. La crescita dell’economia italiana nel primo trimestre è stata sostenuta proprio dal crollo dei prezzi del gas dopo il boom dei mesi passati. Questi sono scesi sotto 40 euro per Mega-wattora, ai minimi dall’estate del 2021.
E c’è il rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea. Ce ne saranno altri, di cui il prossimo tra pochi giorni a inizio maggio. Un costo del denaro più alto rallenterà l’erogazione del credito a famiglie e imprese, frenando consumi, investimenti e aumentando contemporaneamente il costo di emissione del debito pubblico. Insomma, non diamo nulla per scontato. Prendiamo le buone notizie per quello che sono, senza esagerarne la portata. Ma è anche vero che la recessione diventa meno probabile dopo i dati ISTAT di oggi.