Dall’inizio dell’anno segnano una crescita in borsa di quasi il 44% a circa 21,85 euro. Ieri, le azioni Leonardo hanno avuto un rialzo anche superiore al 2% dopo il primo faccia a faccia in tv tra il presidente Joe Biden e lo sfidante repubblicano Donald Trump. La società capitalizza ormai poco meno di 13 miliardi di euro, ma per quello che vedremo segnala di avere ancora margini di crescita a Piazza Affari.

Performance super con guerra Russia-Ucraina

Leonardo è una società attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza.

E’ partecipata dal Tesoro per il 30,2% del capitale. Di fatto, una società controllata dallo stato, anche se per il 70% in mano ai privati. Come avrete capito, gli scenari bellici hanno effetti positivi sul titolo. Pensate soltanto che dagli inizi di febbraio del 2022, cioè poco prima che la Russia invadesse l’Ucraina, le azioni Leonardo in borsa hanno guadagnato il 255% contro una media del 25% per l’indice Ftse Mib. In pratica, la loro performance ha decuplicato quella del resto del paniere azionario italiano.

Da un certo punto di vista, più le azioni Leonardo salgono e più lo scenario geopolitico globale si mostra preoccupante. Significa che c’è bisogno di armi, cioè che ci sono o si teme che ci saranno guerre. Ma così va il mondo e il titolo si è surriscaldato dopo il primo match televisivo tra i due candidati per la Casa Bianca alle elezioni presidenziali. La ragione è semplice: è unanime che esso sia stato vinto dal tycoon. Il presidente uscente è apparso confuso, parlava a voce bassa e perdendo più volte il filo del discorso. Nelle file del Partito Democratico è scattato l’allarme e si parla apertamente della possibilità che Biden venga rimpiazzato alla convention di agosto, se sarà d’accordo.

Vittoria Trump, effetti su spesa militare

Per quale ragione le azioni Leonardo dovrebbero goderne? Le probabilità che vinca Trump sono aumentate.

L’ex presidente propone che gli alleati della Nato aumentino la spesa militare al 2% del Pil, altrimenti gli Stati Uniti si rifiuteranno di difenderli in caso di attacco esterno, persino se la minaccia arrivasse dalla Russia di Vladimir Putin. La sua vittoria implicherebbe per i governi europei, italiano compreso, la necessità di potenziare le spese per il riarmo, a tutto vantaggio di società come Leonardo attive in questo business. La stessa Polonia ha chiesto che l’obiettivo del 2% venga imposto come un obbligo.

Si potrebbe eccepire che proprio sotto Biden vi sia stato un balzo della spesa militare, a seguito dell’invasione russa in Ucraina. E Trump vuole favorire la fine della guerra, tra l’altro obbligando Kiev a negoziare un accordo, senza il quale ci sarebbe lo stop ai finanziamenti americani. Tutto vero. Ma c’è da dire che il tycoon aprirebbe probabilmente un altro capitolo di confronto geopolitico ancora più proficuo per il business della difesa: la Cina. Trump non cerca la guerra con Pechino, ma vuole contenerla sul piano economico, militare, tecnologico e politico. Serviranno molte navi, aerei da combattimento, droni e armi per convincere Xi Jinping a non tentare la sorte con idee strane, come l’occupazione di Taiwan.

Azioni Leonardo con margini di crescita

In un certo senso, tutti sappiamo che prima o poi la guerra tra Russia e Ucraina finirà. Il mercato guarda già al dopo. Le azioni Leonardo scontano un aumento della spesa militare nel Vecchio Continente e un confronto più esplicito tra Occidente e Cina se vincesse Trump. Questo è il motivo principale per cui hanno corso dopo che il primo faccia a faccia ha assegnato la vittoria al repubblicano. Tra l’altro, la società non si mostra neppure tanto capitalizzata: in borsa vale ancora 11,80 volte gli utili.

La borsa americana tratta in media a più del doppio.

[email protected]