Gli stipendi italiani sono bassi. Non c’è più alcun dubbio e il confronto internazionale lascia sempre più di stucco. L’OCSE segnala che siamo stati l’unica economia avanzata del pianeta ad avere registrato un calo, al netto dell’inflazione, tra il 1990 e il 2020: -2,9%. Nello stesso trentennio, gli stipendi dei lavoratori sono cresciuti del 33,7% in Germania e del 31,1% in Francia. Del resto, siamo un’economia in stagnazione proprio dall’inizio degli anni Novanta. La mazzata definitiva sembra avercela data la crisi mondiale del 2008.

Da allora, il PIL reale è rimasto più basso. In altre parole, siamo più poveri di sedici anni fa.

Connessione internet e banda larga, tempi di lavoro

Bassi stipendi italiani significano anche bassi consumi. Non è un mistero che prima del Covid fossimo andati avanti a colpi di esportazioni, senza le quali avremmo accusato una recessione incessante. Ma nel quotidiano cosa significano? Certamente, basso potere di acquisto. Ed ecco arrivare un’ennesima classifica internazionale che relega il Bel Paese in una condizione di estrema sofferenza rispetto alle altre grandi economie avanzate. E’ quella stilata dal provider VPN e che tra gli altri dati, ci fornisce la quantità di tempo di lavoro necessaria per permettere di fruire della più economica connessione internet mobile e della più economica connessione alla banda larga.

E’ emerso che nel 2023, stando alla media degli stipendi italiani, servirebbero 61 minuti per permetterci l’accesso alla connessione internet mobile più economica e ben 122 minuti per la banda larga. In pratica, poco più di 1 e 2 ore rispettivamente. E qual è la situazione nelle altre grandi economie? In Germania, ci vogliono 32,5 minuti di lavoro per permettersi di avere internet sul telefonino e 35 minuti per la banda larga. In Francia, va molto meglio per la connessione mobile: basta lavorare appena 17 minuti! Servono, però, 54 minuti per la banda larga, 19 più che in Germania, ma meno della metà dell’Italia.

Italia peggiore di altre grandi economie

Negli Stati Uniti, troviamo che la connessione all’internet mobile richiede la bellezza di 97 minuti di lavoro, anche se per la banda larga ne bastano 51. Infine, nel Regno Unito abbiamo rispettivamente 42 e 74 minuti. Tirando le somme, l’Italia possiede i dati peggiori per entrambi i tipi di connessione, ad eccezione degli Stati Uniti per il mobile. In pratica, un italiano in media deve lavorare quasi un’ora e mezza in più di un tedesco per avere la banda larga e 28-29 minuti in più per la connessione ad internet. Ennesima conferma di quanto siano bassi gli stipendi italiani in termini reali, oltre che nominali.

Magra consolazione: in pandemia la situazione è migliorata. Nel 2020, complice il tracollo dei redditi per effetto dei lockdown, servivano 181 minuti di lavoro per la banda larga e in Germania 46. E ci sono paesi nel mondo che se la passano di gran lunga peggio di noi. Nello Zimbabwe falcidiato dall’inflazione a tre cifre, occorrono 72 ore e 39 minuti. La media mondiale è di 359 minuti per la banda larga e 119 per la connessione mobile. Strano a dirsi, però, la prima in classifica non è un’economia ricca, bensì la Romania con soli 18 minuti necessari per la banda larga, seguita dal Giappone con 26 minuti.

Bassi stipendi italiani specchio produttività

E’ evidente che i dati risentano anche dei prezzi fissati sui mercato domestici dai provider. E a loro volta, essi possono essere frutto di un tasso di concorrenza più o meno elevato. Ma nell’insieme il tema dei bassi stipendi italiani resta tale. A sua volta, esso cela la produttività stagnante, cresciuta di un terzo rispetto a paesi come Germania e Francia. Ciò spiega perché interi pezzi di industria italiana si siano delocalizzati altrove, provocando pressioni ribassiste sull’occupazione e, quindi, anche sui salari.

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