Silvio Berlusconi e Angela Merkel s’incontreranno oggi a Madrid, in occasione del Congresso del Partito Popolare Europeo (PPE) al quale appartengono i rispettivi partiti, Forza Italia e CDU-CSU. L’ex premier italiano e la cancelliera tedesca non sono mai stati molto in sintonia, vuoi per differenze caratteriali ben visibili, vuoi pure per le divergenze in fatto di politica economica e d’Europa. Il declino dei rapporti tra i 2 arrivò esattamente 4 anni fa, quando la cancelliera e il collega francese Nicolas Sarkozy risposero in conferenza stampa congiunta con un sorriso malizioso alla domanda posta da un giornalista su cosa pensassero sugli impegni assunti dal premier italiano sulle riforme.

Erano i mesi di fuoco della crisi dell’euro, scatenata da quella dei debiti sovrani. Qualche settimana dopo, Berlusconi si dimise, forse sulle pressioni internazionali, specie della Germania, preoccupata per il possibile travolgimento dell’intera impalcatura su cui si reggeva l’euro.

Forti le distanze tra i 2

Tuttavia, il vice-presidente del PPE, Antonio Tajani, assicura che si tratti di acqua passata. Quand’anche fosse vero, in questi anni sono aumentati, anziché diminuiti, i punti di divergenza tra i 2. La cancelliera è un’instancabile sostenitrice delle politiche di austerità, crede che i conti pubblici debbano essere chiusi in pareggio, che non bisogna fare debiti e che la crescita dell’economia possa avvenire con riforme strutturali, aumentando l’efficienza e la competitività. Sui principi concorda anche Berlusconi, che sostiene, però, il gradualismo, ovvero la necessità di procedere con gradualità alla riduzione del deficit, al fine di non strangolare la crescita. Sull’Europa, esistono punti di comunanza di vedute, come l’obiettivo di una maggiore integrazione politica tra gli stati, ma la Germania è l’ombra di quella Bruxelles che non piace all’ex premier, che l’ha spesso definita un covo di burocrati distanti dai popoli.

 

Berlusconi al Congresso PPE dopo 6 anni

Resta il fatto che quest’ultimo parteciperà per la prima volta dopo 6 anni a un Congresso del PPE e se davvero incontrerà la cancelliera, l’evento non sarebbe secondario, in quanto avrebbe ripercussioni sulla politica italiana. Dei popolari fanno parte, infatti, anche NCD di Angelino Alfano e gli altri centristi della maggioranza, che stanno col premier Matteo Renzi, i cui rapporti con Berlino sono abbastanza buoni. La cancelliera resta preoccupata, però, per l’assenza di una sua controparte forte in Italia e che ne condivida realmente i principi. Vorrebbe che ci fosse a Roma un qualcosa di simile al Partito Popolare del premier spagnolo Mariano Rajoy e non vede affatto bene la mancanza di alternativa al PD di Renzi, che appartiene pur sempre alla famiglia socialista europea.

Si parlerà del futuro del centro-destra in Italia?

L’oggetto della discussione del possibile faccia a faccia tra i 2 potrebbe essere proprio questo, ovvero la creazione di un polo alternativo al centro-sinistra italiano. Il problema è che nessuno in Europa riterrebbe verosimile che possa ancora guidarlo proprio Berlusconi, il quale a sua volta non potrebbe spendere stasera a Madrid alcun nome convincente per un’ipotetica leadership. Interessante sarà ascoltare cosa dirà nel suo discorso da componente del PPE, dato che il Congresso ha preparato una dura reprimenda contro Italia e Grecia per le falle mostrate nella gestione dei flussi migratori. Tornando a Roma, poi, l’ex premier non avrebbe vita facile con i suoi alleati e nemmeno all’interno del suo stesso partito, dato che la Merkel è invisa alla stragrande maggioranza degli attuali rappresentanti del centro-destra italiano. Gli sarà difficile spiegare alla cancelliera come possa essere alleato contemporaneamente della Lega Nord di Matteo Salvini e della famiglia popolare. Lo stesso gli chiederà il Carroccio, i cui consensi superano ormai quelli della moribonda Forza Italia.

E visto che le elezioni si vincono in Italia e non a Berlino, alla fine Berlusconi dovrà tenere maggiormente in considerazione le opinioni di Salvini che non della Merkel.