Bitcoin, Crypto miners in fuga dalla Cina e gli USA pensano a nuove restrizioni. Ecco cosa sta succedendo

I crypto miners utilizzano apparecchiature informatiche sempre più potenti per la produzione di valute virtuali appena coniate come i bitcoin.
3 anni fa
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Bitcoin

I crypto miners hanno interrotto le loro operazioni in Cina dopo che Pechino ha intensificato le restrizioni sull’estrazione e il commercio di bitcoin.
In particolare, I famosi gruppi HashCow e BTC.TOP hanno deciso di optare per la fuga. Una scelta, in realtà, obbligata. Il motivo? Venerdì scorso, in Governo cinese ha annunciato la repressione dei bitcoin e delle altre criptovalute come parte degli sforzi per respingere i rischi finanziari. È stata la prima volta che il consiglio ha preso di mira l’estrazione di valuta virtuale, un grande business in Cina che rappresenta fino al 70% dell’offerta mondiale di criptovalute.

Bitcoin, un business sporco

I crypto miners utilizzano apparecchiature informatiche sempre più potenti per la produzione di valute virtuali appena coniate come i bitcoin.
“Il mining di criptovalute consuma molta energia, il che è in contrasto con gli obiettivi di neutralità del carbonio della Cina”, ha affermato Chen Jiahe, chief investment officer del family office Novem Arcae Technologies con sede a Pechino.
Secondo uno studio recentemente pubblicato su Nature Communications, il consumo annuale di energia dei minatori cinesi di criptovaluta dovrebbe raggiungere il picco nel 2024 a circa 297 terawattora, maggiore di tutto il consumo di energia dell’Italia nel 2016.
Inoltre, spiegano fonti governative cinesi, la repressione fa anche parte della maggiore spinta della Cina per frenare il trading speculativo di criptovalute.

L’America verso nuove restrizioni

Il bitcoin ha subito un duro colpo dopo l’ultima mossa cinese, ed ora è sceso di quasi il 50% dal suo massimo storico. Domenica ha perso fino al 17%, prima di ridurre alcune perdite e l’ultimo scambio è stato stabile in Asia.
L’ultimo scossone delle valute digitali deriva anche da un controllo più rigoroso negli Stati Uniti. Giovedì scorso, il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell ha affermato che rappresentano dei rischi per la stabilità finanziaria e indicando che una maggiore regolamentazione della valuta elettronica sempre più popolare potrebbe essere giustificata.

Fonte: Reuters.com

 

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