Nella nottata di oggi, la quotazione di Bitcoin è scesa fino a un minimo di 31.551 dollari. Mentre scriviamo, risulta risalita in area 32.770 dollari. Ad ogni modo, siamo ben sotto gli oltre 35.800 di domenica, per quanto il saldo per quest’anno resti positivo del 12,4%. Ieri, la Cina ha inasprito la repressione contro il mercato delle “criptovalute”. Nella provincia di Sechuan, le forze dell’ordine avrebbero già chiuso il 90% dei centri per il “mining”. E le autorità nazionali hanno chiesto ad Alipay e alle istituzioni finanziarie di non mettere a disposizione alcun servizio per qualsivoglia moneta digitale.

In Cina avverrebbe il 65% del “mining” globale di Bitcoin. La “criptovaluta” viene “estratta” dopo complessi calcoli matematici, i quali richiedono consumi di energia molto intensi. Per questo, il Sichuan è sede di numerosi centri per il “mining”, grazie all’abbondante disponibilità di energia prodotta dalle centrali idroelettriche. Non è la prima volta che Pechino contrasta questo business, timorosa che possa costituire una minaccia all’ascesa dello yuan, di cui è in rampa di lancio una versione digitale.

Il fondo delle azioni MicroStrategy

Di certo c’è che il valore di mercato di un Bitcoin si sia dimezzato rispetto al picco di aprile, quando aveva toccato i 65.000 dollari. E ieri, l’ennesimo tracollo in poche settimane ha colpito anche le azioni MicroStrategy. La società di software ha appena acquistato altri 13.000 Bitcoin con i 500 milioni raccolti tramite un’apposita emissione obbligazionaria. Adesso, ne possiede 105.085 e acquistati al prezzo medio di 26.080. Ai prezzi odierni, questi asset varrebbero sui 3,4 miliardi e consentirebbero alla società di realizzare una consistente plusvalenza.

Ma ieri, il titolo è precipitato del 9,71% a 583,67 dollari, pur ancora in rialzo di oltre il 37% da inizio anno e di quasi il 400% su base annua. Il CEO, Michael Saylor, punta dall’agosto scorso sui Bitcoin per rilanciare il business e ha fatto richiesta alla SEC per l’emissione di nuove azioni dal valore di 1 miliardo.

Con questo ricavato, comprerebbe ancora più Bitcoin. Una strategia che nel breve periodo di sta rivelando vincente, ma che espone fortemente la società alla volatilità delle “criptovalute”.

Peraltro, Saylor fu colui che nei mesi scorsi suggerì con un tweet al fondatore e CEO di Tesla, Elon Musk, di buttarsi sui Bitcoin per “fare un regalo da 100 miliardi agli azionisti”. MicroStrategy capitalizza in borsa 5,7 miliardi, di cui oltre 4 acquisiti proprio con l’annuncio dei primi acquisti di Bitcoin. A conti fatti, la società sarebbe ipercomprata, cioè sopravvalutata rispetto al valore attuale di mercato degli asset in pancia, pur se nella prospettiva di un recupero delle quotazioni, resterebbe appetibile per gli investitori. A febbraio, sfiorò i 1.300 dollari, il prezzo più alto dal 2000, anno dell’esplosione della bolla “dot com”.

[email protected]