La legge di Bilancio per il 2024 contiene un’importante novità all’art.39, sebbene debba ancora essere elaborata nel concreto: gli investimenti in titoli di stato italiani o BTp saranno esclusi dal calcolo Isee. Si tratta di una previsione che ha già acceso un dibattito polarizzante tra chi vede nell’iniziativa legislativa una buona occasione per riportare in mani italiane gran parte del debito pubblico e chi vi scorge più rischi che benefici per le stesse famiglie.

Come si arriva a reddito Isee

L’Isee è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

In pratica, sintetizza la situazione economico-patrimoniale delle famiglie e consente teoricamente allo stato di avere un quadro chiaro su chi debba accedere a determinati servizi e prestazioni assistenziali e chi no. L’Isee si ottiene sommando la situazione reddituale del nucleo familiare a quella patrimoniale. Il risultato va suddiviso per la cosiddetta “scala di equivalenza”, un numero progressivo all’aumentare dei componenti del nucleo, nonché di altri fattori, tra cui la presenza di soggetti minorenni, disabili, ecc.

Per intenderci, due famiglie con esattamente lo stesso reddito e lo stesso patrimonio, possono avere un Isee anche molto diverso se una è composta da 3 soggetti, tra cui un solo figlio maggiorenne e l’altra da 4 componenti, tra cui due figli minorenni. La seconda riporterà un Isee inferiore e, quindi, risulterà avvantaggiata nell’accesso ai vari benefici previsti dalle leggi dello stato.

Cos’è patrimonio mobiliare

L’esclusione dei BTp dal calcolo Isee quale beneficio comporterebbe? Gli investimenti di natura finanziaria e le semplici giacenze sui conti correnti bancari e postali compongono il patrimonio mobiliare di una famiglia. Ai fini Isee, la loro somma va moltiplicata per 0,20. In altre parole, va sommato ai redditi del nucleo solo il 20% del patrimonio mobiliare. Tra l’altro, esistono anche franchigie tarate sul numero dei componenti familiari. Esse sono pari a 6.000 euro, incrementabili di 2.000 euro per ogni componente oltre il primo.

Ad esempio, se posseggo una giacenza media sul conto corrente di 30.000 euro e presento la domanda per una famiglia di 4 componenti, la franchigia sarà pari a 12.000 euro. Dunque, è come se la giacenza fosse di 18.000 euro. Il 20% di essa vale 3.600 euro. Questo è il valore del patrimonio mobiliare che andrà sommato ai redditi prima di essere suddiviso per la scala di equivalenza.

Calcolo patrimonio Isee senza BTp

E’ proprio in questo punto che interverrebbe l’esclusione dei BTp dal calcolo Isee. Supponiamo che la stessa famiglia, anziché avere 30.000 euro in banca, li abbia investiti in titoli del debito pubblico italiano. Secondo la futura normativa, questa somma per lo stato non esisterebbe ai fini Isee. La famiglia non dovrebbe tenerla in considerazione per il suo calcolo. Chiaramente, ne trarrebbe vantaggio. I maggiori beneficiari della norma sarebbero coloro che posseggono redditi medio-bassi e un patrimonio mobiliare medio-alto e concentrato perlopiù o esclusivamente in titoli di stato.

Pensate al caso di una famiglia di quattro componenti senza figli minorenni, con redditi per 30.000 euro e investimenti in BTp per 150.000 euro. Se avesse un patrimonio mobiliare investito in altri asset, dovrebbe tenerlo in considerazione ai fini Isee. Godrebbe di una franchigia di 12.000 euro, al netto della quale il 20% esiterebbe un risultato di 27.600 euro. Questo dato dovrebbe essere sommato al reddito. La somma andrebbe, infine, suddivisa per 2,46. Il reddito Isee sarebbe pari a 23.415 euro. Con lo stesso patrimonio mobiliare totalmente investito in BTp, scenderebbe a soli 12.195 euro.

BTp fuori da calcolo Isee norma distorsiva

Cosa potrebbe accadere sin dai prossimi mesi? Le famiglie con redditi medio-bassi, che senza la componente patrimoniale disporrebbero dei requisiti per accedere ai vari benefici dello stato, avranno convenienza a disinvestire da asset come azioni e obbligazioni private per investire in BTp.

Lo stesso faranno verosimilmente coloro che posseggono giacenze bancarie o postali medio-alte. A quel punto, comprando titoli del Tesoro otterrebbero rendimenti più alti e riuscirebbero a scendere sotto le soglie massime fissate per l’Isee. Una norma certamente distorsiva, volta ad incentivare gli investimenti nel debito pubblico italiano. E’ quello a cui punta il governo Meloni. L’anno prossimo, ci saranno emissioni lorde per 480 miliardi di euro, +43 miliardi sull’esercizio in corso. E senza il sostegno della Banca Centrale Europea e con rendimenti ai massimi per ancora diversi trimestri, mantenere i mercati calmi sarà un’impresa.

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