L’ondata anomala di caldo che sta colpendo, con la potenza dell’anticiclone, l’intera penisola rischia di avere conseguenze economiche di un certo peso, soprattutto dopo un inverno e una primavera davvero poco piovosi: la siccità rischia di incidere pesantemente sulla produzione agricola, mentre il rischio siccità potrebbe portare a una vera e propria sofferenza per quanto riguarda le risorse idriche. Semplificando al massimo il discorso, non sono solo a rischio i raccolti o gli allevamenti, ma anche la vita quotidiana in molte regioni d’Italia.

Si potrebbe arrivare – in  alcune aree è veramente prossimo – a un razionamento dell’acqua. Eppure, noi vendiamo le nostre risorse alle Multinazionali con canoni di concessione davvero irrisori: i dati sono davvero incredibili, se si pensa poi al costo dell’acqua in bottiglia.

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Caldo, siccità e razionamento acqua: la mappa regione per regione

La situazione è davvero grave, soprattutto per quanto riguarda la produzione agricola e il sostentamento degli allevamenti, ma, come già visto, problemi potrebbero arrivare anche per la nostra vita di tutti i giorni. La situazione più grave, al momento, è quella di Parma e Piacenza, dove il Governo ha dichiarato lo stato d’emergenza. Problemi ci sono anche in Piemonte, con risorse idriche dei fiumi ridotte al 60%; in Sardegna si va verso la richiesta dello stato d’emergenza, con una situazione che così critica non si viveva dagli inizi del 1900; in Sicilia, le risorse idriche sono in calo del 15%; in Veneto, si parla di stato di crisi idrica con ordinanze di Zaia per ridurre il prelievo dall’Adige e dagli altri fiumi; in Friuli, è deficit idrico generalizzato con i bacini idrici dei fiumi in secca.

A tutto questo deve aggiungersi il pericolo incendi, connesso a siccità e venti caldi, e l’afflusso turistico che prevede un maggiore consumo d’acqua.

Al momento, la situazione è ancora sotto controllo, ma occorrerebbe effettuare danze della pioggia collettive.

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Razionamento dell’acqua: ecco come svendiamo le nostre risorse idriche alle Multinazionali   

Il surriscaldamento globale comporterà per il futuro un problema con l’approvvigionamento dell’acqua. Non stiamo presentando assolutamente scenari apocalittici, ma una situazione in cui le risorse idriche andranno gestite più razionalmente. L’acqua in bottiglia, nel nostro paese, è uno dei business più redditizi per le Multinazionali, più di due miliardi di euro. Qualche dato: alle Multinazionali la nostra acqua costa 1 euro ogni 1000 litri, cioè un millesimo di euro per ogni litro che viene imbottigliato – il costo della bottiglia è dovuto praticamente alla produzione della plastica o del vetro e alla distribuzione; l’acqua è pressoché regalata dal nostro paese alle Multinazionali. Le Regioni hanno, infatti, stabilito un prezzo bassissimo per i canoni di concessione, anche in aree in sofferenza idrica.

Abbiamo appena parlato dell’emergenza a Parma e Piacenza e notiamo che l’Emilia Romagna è una delle Regioni che ha i canoni di concessione più bassi in assoluto. Insomma, l’allarme è giusto che vi sia, ma se non si connettono le due questioni, la sofferenza idrica dovuta al caldo torrido e al surriscaldamento globale e i veri e propri regali alle Multinazionali, allora davvero l’informazione non fa il suo dovere.