Chissà quale sarà lo stato d’animo di Chiara Ferragni stasera, quando avrà inizio la 74-esima edizione del Festival di Sanremo. Quel palco lo calcava proprio lei un anno fa. Le luci della ribalta erano tutte per la più famosa influencer italiana nel mondo. Sarebbero rimaste accese anche sul marito Fedez. E sappiamo che ciò provocò un forte malinteso all’interno della coppia. Fu l’apice del successo mediatico dei Ferragnez. A distanza di un anno, nulla sembra come prima.

Fino a due mesi fa, tutto ciò che l’imprenditrice digitale toccava, riusciva a trasformare in fatturato con tanti zeri. Adesso, tutti ne prendono le distanze per allontanare da sé l’ondata di sdegno e vero odio social scatenatosi contro Ferragni dopo il “pandoro-gate”.

Cartiere Pigna straccia il contratto con Ferragni

L’ultimo colpo al business dell’impero Ferragni è stato assestato nel fine settimana scorso da Cartiere Paolo Pigna. Ha annunciato la rescissione del contratto per “inadempienze”. La società bergamasca ha fatto riferimento al codice etico consultabile sul suo sito online, il quale vieta legami anche solo di natura commerciale con soggetti sanzionati dall’Antitrust per pratiche scorrette. Stavolta, però, la società di Chiara Ferragni non ha voluto assistere passivamente allo sgretolamento del suo impero finanziario e ha annunciato iniziative legali contro Pigna e chiunque “illegittimamente” non rispetti gli accordi sottoscritti.

Danno reputazionale sempre più grave

Fenice ha lamentato di non essere neppure stata informata direttamente della rescissione, bensì di averlo appreso dai giornali. Una mossa, però, che sul piano mediatico rischia di provocare ulteriori danni d’immagine. Codacons è già scesa in difesa di Pigna, annunciando che sosterrà le eventuali spese legali dell’azienda contro Ferragni, la cui replica è stata definita “arrogante”.

Il team ingaggiato per gestire la comunicazione in uno stato di profonda crisi aziendale le starebbe provando tutte per rimediare alla caduta reputazionale accusata in meno di due mesi a causa degli scandali legati alla beneficenza “fake”.

Ad oggi, nulla sembra avere funzionato. Il grafico dei follower su Instagram non accenna a segnalare alcun arresto alla discesa: -400 mila dal giorno della sanzione dell’Antitrust. Percentualmente, appena lo 0,14% scarso. Il problema per Ferragni è che dietro al calo si cela un fortissimo odio contro la sua persona e tutto ciò che le appartiene.

La vera battaglia non sarà in tribunale

In questi giorni, tanti utenti stanno assaltando i siti delle società che ancora non hanno risolto la collaborazione con l’influencer per chiedere loro di cessare ogni rapporto e minacciando altrimenti il boicottaggio. E’ per questo che la lista delle rescissioni e dei forfait si allunga per Ferragni. Nessuno vuole associare la propria immagine a quella di un’imprenditrice screditata. Attenzione, sul piano strettamente penale non è neppure iniziato il processo. Anzi, Ferragni non è stata ancora rinviata a giudizio e risulta semplicemente indagata. Ma questo non conta nulla sul piano della reputazione. L’importante è ciò che il pubblico recepisce.

Ricordate Mani Pulite? Centinaia i politici finiti indagati o persino in manette nel biennio terribile del 1992-’93. Pochissimi di loro furono effettivamente condannati anni più tardi. Resta il fatto che le loro carriere finirono d’un colpo e che la loro riabilitazione pubblica divenne impossibile quasi per tutti, anche se prosciolti dalle accuse di corruzione, ecc. Per l’opinione pubblica rimasero comunque “ladri”. La vicenda Ferragni ci somiglia molto, pur non avendo nulla a che spartire con la tipologia delle accuse e il contesto in cui si muove. Non parliamo di un politico, né di tangenti. Si parla di pratiche commerciali giudicate scorrette dall’Antitrust e di possibile truffa aggravata per i giudici. Ma potrebbe ben accadere che alla fine in tribunale la spunti proprio Ferragni.

La ripartenza (im)possibile di Ferragni

Il punto non è e non sarà mai giuridico. Dopo anni ad avere tenuto accesi i riflettori su di sé con una narrazione della propria immagine all’insegna dell’immacolatezza, adesso non è più possibile tirarsi indietro e invocare la privacy. Ferragni e Fedez sono andati avanti a colpi di (legittimo) narcisismo e sono stati bravissimi nel costruirci sopra un business milionario. Non veicolano contenuti, bensì la propria vita (presunta) ordinaria, patinata e perfetta. Ma a due settimane dal Natale i loro follower hanno scoperto che quella perfezione fosse finta. Ok, bisognava essere creduloni per pensare che esistesse. La disillusione, mista alla soddisfazione dei più nell’aver trovato la “pistola fumante”, ha trasformato i like in disgusto, l’apprezzamento in odio, il business in sabotaggio di massa.

Ce la farà Ferragni a riemergere da questa crisi? Forse, ma non ora. Qualsiasi cosa faccia, per il momento si presta solo a speculazioni negative. Basti pensare al test fallito sull’albergo valdostano. Una citazione del nome in una sua storia di pochi giorni fa ha scatenato gli “hater”, i quali sul sito dell’attività sponsorizzata non hanno risparmiato insulti e chiesto di prendere le distanze dall’influencer. A distanza di tempo sarà probabilmente possibile ripartire, ma non come prima. Ferragni non potrà sperare di vendere solo il suo narcisismo per fare affari, ma dovrà inventarsi qualcosa di più solido. Si salverebbe solo andando oltre i social. Sempre che ne abbia le capacità.

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