La crisi economica post covid è tangibile e Bankitalia ha svolto un’indagine proprio per fotografare la situazione venutasi a creare dopo il coronavirus. In particolare si è concentrata sulla spesa degli italiani e la sfiducia dei consumatori.

Risorse sufficienti fino a tre mesi

Secondo il report di Bankitalia, un terzo del campione ha dichiarato di possedere ancora risorse per andare avanti tre mesi o forse meno. Questo significa che dopo tre mesi molti italiani si ritroveranno in ristrettezze economiche senza altre entrate.

Un dato molto scoraggiante se si pensa che questi dati potrebbero peggiorare per i disoccupati o persone con contratto a tempo determinato. Si parla soprattutto di una riduzione del 50 per cento del reddito familiare nei primi due mesi dell’emergenza, riduzione che avrà pesanti ripercussioni nella vita delle persone: il 60% sarà obbligato a ridurre le spese per ristorante, cinema, viaggi e vacanze mentre il 30% non potrà andare in vacanza. Dati negativi anche sui mutui; il 40% fatica a pagare le rate del mutuo: “Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34 per cento” sottolinea la ricerca.

Più della metà degli individui ha dichiarato di aver ricevuto la riduzione del reddito familiare, per il 15% si è trattato addirittura di più della metà del reddito. Questo è vero in particolare per l’80 per cento dei lavoratori indipendenti, tra i più colpiti. Questa discesa oltretutto andrà avanti ancora per parecchi mesi.

Le ricadute sul lavoro

A rimetterci anche i posti di lavoro. Si parla di  1,15 milioni di posti di lavoro persi entro la fine del 2020 con un recupero parziale solo nel 2021. A dirlo il rapporto Employment Outlook dell’Ocse. Secondo Andrea Garnero, economista dell’Organizzazione, come riporta Il Sole 24 Ore «I prossimi mesi saranno veramente complicati. La prima risposta alla crisi è stata quasi ovvia: una rete di protezione per tutti. Ora la questione diventa molto più complicata, arrivano i nodi al pettine».

L’Italia è tra i paesi più colpiti dall’emergenza posti di lavoro con un calo del 28% delle ore lavorate e varie problematiche che non facilitano le cose tra cui la precarietà e il divieto di licenziamento.

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