Non c’è pace per le azioni MicroStrategy in borsa, dove quest’anno perdono circa i due terzi del loro valore. Sembrano lontanissimi i tempi in cui raggiungevano i massimi storici a oltre 1.034 dollari, quando in settimana sono scese a poco più di un quinto di tale valore. A provocare il tracollo è stato Bitcoin, che a sua volta arretra vistosamente negli ultimi mesi, perdendo il 60% rispetto al suo record di 69.000 dollari toccato nel novembre scorso. Cosa c’entra una società di servizi informatici con la “criptovaluta” più popolare al mondo? Il legame quasi indissolubile fu annunciato nell’estate di due anni fa, quando il CEO Michael Saylor, tra i più convinti sostenitori dei token digitali, reso noto l’acquisto dei primi Bitcoin.

Nei fatti, da quel momento in avanti la società cambiava il suo “core” business. Man mano che i prezzi delle “criptovalute” salivano, anche le azioni MicroStrategy esplodevano in borsa. Finché non è iniziata la corsa al ribasso.

Azioni MicroStrategy sulle montagne russe

Questa settimana, la società capitalizzava all’incirca 2,5 miliardi di dollari. Prima che si mettesse ad acquistare Bitcoin, ne valeva circa 1 miliardo in meno. Da allora, ha messo in portafoglio ben 129.218 token, spendendo la bellezza di 4 miliardi. Senonché il valore di questi acquisti, ai prezzi di mercato, risulta sceso sotto i 4 miliardi. In altre parole, il costo supera per il momento il valore virtuale dei nuovi asset. La cosa peggiore non è neppure questa. MicroStrategy si è indebitata per 2,36 miliardi al fine di acquistare Bitcoin, mentre altri 300 milioni sono stati prelevati allo scopo dalla liquidità di cassa aziendale e i restanti circa 1,3 miliardi sono arrivati dal cash flow di questi quasi due anni.

Poteva capire perché all’inizio della scorsa settimana le azioni MicroStrategy arrivarono a perdere il 25% in una sola seduta. Il presidente Pheng Le ha ammesso che nel caso in cui il valore di Bitcoin scendesse sotto 21.000 dollari, per la società scatterebbe il cosiddetto “margin call”.

In pratica, dovrebbe depositare presso la stanza di compensazione la quota necessaria a ripianare le perdite accusate. Tuttavia, il manager ha rassicurato che ciò non accadrebbe mai, in quanto nel caso sarebbero offerti come collaterali ulteriori Bitcoin.

Rischi con ulteriore crollo di Bitcoin

I numeri dicono anche che se il prezzo di un Bitcoin scendesse sotto i 18.280 dollari circa, il valore degli asset in portafoglio di MicroStrategy risulterebbe inferiore al debito contratto per acquistarli. Come dire che hai acceso un mutuo di 200.000 euro per comprare una casa che per il mercato adesso ne varrebbe, ad esempio, 180.000. Ma Saylor non vuole saperne di uscire dal business, né adesso avrebbe senso, dato che rivenderebbe i Bitcoin in perdita. Egli si ritiene un investitore di lungo termine sul mercato delle crypto, per cui mostra di avere tutta la pazienza necessaria per vedere confermata la bontà del suo investimento. E i suoi azionisti la avranno?

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