Giusto essere ottimisti, purché non perdiamo il contatto con la realtà. L’economia italiana quest’anno, salvo colpi di coda della pandemia tutt’altro che esclusi, potrebbe sfiorare un tasso di crescita del 6%. Lo sostiene l’Ufficio parlamentare di bilancio. Sarebbe il ritmo di aumento del PIL più elevato da circa mezzo secolo a questa parte. Naturale che debba fare notizia. Tuttavia, chi parla di “boom” o di secondo “miracolo economico” non sa davvero di cosa stia blaterando.

Il nostro Paese esce da un 2020 terribile.

L’economia italiana si è contratta dell’8,9% lo scorso anno, più della Francia (-8,3%) e della Germania (-5,3%), ma meno della Spagna (-10,8%). Secondo il Fondo Monetario Internazionale, però, l’economia francese crescerebbe quest’anno del 5,8%, quasi un punto percentuale in più dell’Italia, pur essendo andata meno male nel 2020. E se è vero che la Germania dovrebbe segnare un più misurato +3,6%, alla fine di quest’anno risulterebbe l’economia meglio messa, in relazione ai livelli pre-Covid. La stessa Spagna, attesa a +6,2%, mostrerebbe una performance migliore della nostra nel biennio considerato.

Economia italiana: risultati del rimbalzo PIL

In sostanza, l’economia italiana crescerà a tassi elevati, ma nel confronto con gli altri stati europei non costituisce alcuna eccezione. E, soprattutto, non si metterà alle spalle le perdite inflitte dalla pandemia prima. Anzi, rischia di cancellarle con qualche trimestre di ritardo. Per non parlare del fatto che prima del Covid il nostro PIL reale fosse ancora a -4% rispetto al 2007, cioè a prima che arrivasse la crisi finanziaria mondiale.

Altro elemento sottaciuto riguarda il deficit pubblico. Quest’anno, l’Italia dovrebbe chiudere con un disavanzo fiscale prossimo al 12% del PIL. A seguito dell’andamento dell’economia migliore delle attese, probabile che il dato sarà un po’ più basso, pur ai massimi da 30 anni. La Germania dovrebbe segnare un rosso in area 9%, similmente alla Francia e alla Spagna.

Ergo, la nostra ripresa che si presume essere eccezionale, in realtà è sostenuta più che altrove dalla leva fiscale.

Se quest’anno l’economia italiana crescesse del 6%, il nostro PIL reale risulterebbe a fine dicembre del 96,6% rispetto ai livelli del 2019. In Germania, nel frattempo si sarebbe portato sopra il 98% e in Francia al 97%. Peggio di noi farebbe la Spagna sotto il 96%. I dati dicono questo. Stravolgere la realtà per dipingere un boom inesistente è un’operazione demenziale sul piano politico e della propaganda mediatica. I fatti prima o poi s’incaricheranno di smentire i ciarlatani. Restiamo ottimisti, ma anche con un minimo di senso critico.

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