Corsi e ricorsi storici. Quasi mezzo secolo fa, gli italiani vennero a conoscenza di una parola inglese apparentemente innocente, ma dall’impatto quanto mai intenso per le loro vite: austerity. Siamo alla fine del 1973. I paesi dell’OPEC decidono di punire l’Occidente per avere sostenuto Israele nella guerra dello Yom Kippur. Introducono l’embargo ai suoi danni. I prezzi del petrolio quadruplicano. Le economie importatrici entrano in recessione e l’inflazione sale alle stelle. Mezzo secolo dopo, cambiano i nomi dei protagonisti, mentre i meccanismi appaiono molto simili.

Oggi è la Russia a punire l’Europa chiudendoci i rubinetti del gas. La nostra colpa? Sostenere l’Ucraina dalla sua aggressione.

Austerity meno drastica per l’Italia: -7%

L’Unione Europea a luglio ha deciso che gli stati comunitari dovranno ridurre “volontariamente” i consumi di gas del 15% per il periodo agosto 2022/marzo 2023. L’Italia ha ottenuto una parziale esenzione, dovendo tendere al -7%. Lo stesso dicasi per paesi come la Germania, principalmente grazie alle elevate scorte di gas negli stoccaggi. Tuttavia, qualora l’offerta di gas dovesse diminuire o la domanda salire, Bruxelles potrà fare scattare la fase d’emergenza, imponendo agli stati il suddetto taglio.

Va precisato, comunque, che l’imposizione dovrebbe passare per un voto a maggioranza qualificata del Consiglio europeo, cioè degli stessi governi. Ad ogni modo, la stessa Italia al suo interno potrebbe procedere con misure coattive nel caso si rendessero necessarie. Per il momento, si punta alla riduzione dell’illuminazione pubblica, mentre negli uffici pubblici gli impianti di rinfrescamento dovranno aumentare di due gradi la temperatura. In inverno, gli impianti di riscaldamento dovranno abbassarla di due gradi.

Consumi di gas e luce giù, i comuni si attrezzano

Il suggerimento alle famiglie è di evitare gli sprechi di luce e gas, tra cui l’utilizzo razionale degli elettrodomestici.

Per fare un esempio, è fortemente sconsigliato far lavorare lavatrice o lavastoviglie a mezzo carico. Nel caso di passaggio dal suggerimento all’obbligo vero e proprio, non si capisce quali sarebbero le modalità utilizzate per costringere i privati a comportarsi virtuosamente nelle loro case. A meno di immaginare blitz a sorpresa delle Forze dell’Ordine. Tranquilli, siamo ironici (per fortuna)! Semmai sarà più semplice per i condomini, dove gli impianti centralizzati di riscaldamento sarebbero azionati a due gradi di temperatura in meno dei minimi fissati ad oggi.

Nel frattempo, alcuni comuni si stanno già adeguando, se non altro per risparmiare sulla maxi-bolletta. A Torino è stata ridotta l’intensità dell’illuminazione pubblica. A Belluno l’illuminazione pubblica è totalmente spenta tra le 2.30 e le 5 del mattino. Obiettivo: tagliare i consumi di gas di 4 miliardi di metri cubi. Ci riusciremo? E, soprattutto, basterà? Chissà. Se così non fosse, gli anni Settanta ci offrirebbero un menù di ricordi più vasto di quello sin qui prospettato. Ai tempi, furono imposti lockdown a negozi e ristoranti oltre un certo orario. Il telegiornale fu anticipato di mezz’ora per mandare gli italiani a letto prima. Alle auto fu impedita la circolazione di domenica. Sembrano cronache di un mondo che fu e che, invece, potrebbe tornare dopo l’estate.

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