Anche a giugno l’inflazione italiana è rimasta invariata allo 0,8% su base annua. I prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,1% rispetto a maggio. Fatta eccezione per il mese di marzo, quando il dato tendenziale ebbe un sussulto all’1,2%, in tutto il resto del semestre vi è stata una variazione dello 0,8%. Questa risulta essere anche l’inflazione acquisita per il 2024. Una buona notizia per le famiglie dopo un biennio di grosse difficoltà con il boom dei prezzi, durante il quale hanno patito sulla loro pelle l’infausto “effetto Cantillon”.

Inflazione come fenomeno monetario

L’espressione prende il nome da Richard Cantillon, che spiegò nel 19-esimo secolo gli effetti tutt’altro che neutrali dell’inflazione. Anzitutto, cosa la genera? E’ un fenomeno monetario, anche se ci sono ancora economisti e politici che si ostinano a dichiarare il contrario. La moneta funge da unità di conto e permette lo scambio di merci e servizi in maniera agevole. Di fatto, ha rimpiazzato nei secoli il baratto, che complicava gli scambi e limitava la stessa crescita delle economie.

Inflazione genera disuguaglianza

Chi batte moneta, dovrebbe sempre stamparne nella quantità strettamente necessaria a consentire lo scambio di beni e dei servizi. Quando per una qualsiasi ragione ne immette sul mercato di più, essa perde valore. Improvvisamente, la stessa quantità di merci e servizi può essere scambiata attraverso una maggiore quantità di moneta. I loro prezzi aumentano e il potere di acquisto si riduce. E l’effetto Cantillon? Esso consiste nella disparità che si viene a creare tra chi riceve in prima battuta la moneta in eccesso (tipicamente, banche e istituzioni finanziarie) e chi la riceve in una fase successiva.

Se una banca centrale stampa più moneta del necessario e la immette sul mercato tramite le banche, queste se ne impossessano prima che perda valore. La impiegano per guadagnarci sopra, magari acquistando asset finanziari ancora a prezzi bassi.

Man mano che la moneta entra in circolazione, i prezzi al consumo salgono. Coloro che la ricevono per ultimi, subiscono più di tutti gli effetti negativi dell’inflazione. Questo è l’effetto Cantillon, ossia la disuguaglianza generata dalle stamperie monetarie. E lo abbiamo notato anche in questi anni. Mentre i lavoratori sono stati costretti a stringere la cinghia per fare quadrare i conti a fine mese, le istituzioni finanziarie hanno fatto il pieno di utili. Lo stesso dicasi per coloro che hanno investito sui mercati finanziari prima che i prezzi esplodessero, attingendo ai sussidi e ai prestiti facili elargiti in piena pandemia.

Effetto Cantillon e helicopter money

Ciò spiega perché l’inflazione provochi non solo povertà, ma anche tanta rabbia. Non è vero che tutti siamo sulla stessa barca quando i prezzi salgono, perché alcuni riescono a guadagnarci. E non è tanto un problema di redditi fissi o lavoro autonomo, come spesso ci viene spiegato, bensì di capacità di attingere per primi alla moneta in eccesso. L’effetto Cantillon portò l’economista e premio Nobel, Milton Friedman, a suggerire ironicamente alle banche centrali di “sparare la moneta da un elicottero” per evitare tali distorsioni. L’espressione nota come helicopter money entrò negli anni passati nel vocabolario delle banche centrali, ma per ragioni opposte a quelle spiegate dal suo ideatore. Esse vi avevano inteso la necessità di inondare i mercati di moneta con cui cercare di risollevare le sorti delle rispettive economie.

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