In dialetto egiziano il termine “aish” significa “pane” ed è lo stesso usato in arabo per la parola “vita”. Non sembra illogico il legame tra i due vocaboli, dato che l’alimento di base delle svariate cucine mondiali è associato da sempre alla forza, all’energia, alla vitalità che da esso scaturiscono. Ma per i due terzi dei 106 milioni di abitanti in Egitto, consumatori del pane sussidiato, sono arrivate cattive notizie: il prezzo alla vendita quadruplicherà da 5 a 20 piastre (da quasi 10 a 39 centesimi di euro) a pagnotta.

Non è poco per una popolazione, in cui il salario medio si aggira sulle 7.500 lire, poco più di 140 euro al mese. L’incremento annunciato dal premier Mustafa Mabdouly peserebbe per il 16% in media sulle entrate di ogni cittadino.

Prezzo pane sussidiato pesa sul bilancio statale

Il salasso, che sarà in vigore dall’1 giugno, si rende necessario per risparmiare parte del 2,45 miliardi di euro spesi lo scorso anno dallo stato per mantenere attivo il prezzo del pane a livelli sussidiati. Il tema è socialmente così sensibile che per decenni nessun governo aveva osato affrontarlo. Di fatto, intorno al 2,5% del budget ogni anno se ne va per questa voce di spesa.

Come funziona? In Egitto il pane sussidiato è prodotto direttamente dallo stato. Ne viene sfornato per 100 miliardi di pagnotte all’anno e per un costo stimato in 110-115 miliardi di lire, cioè fino a 2,24 miliardi di euro. Di questi, ne vengono recuperati appena 100 milioni scarsi. Anche per effetto dei prezzi calmierati, gli egiziani consumano ogni anno circa il triplo del pane rispetto alla media mondiale. Stiamo parlando di una media quotidiana di oltre 2,5 pagnotte, neonati compresi.

Problemi con guerra Russia-Ucraina

C’è da dire che il governo in aprile aveva raggiunto un accordo con il settore privato per tagliare del 25-40% il prezzo del pane venduto sul mercato libero.

Le pagnotte da 80 grammi sono vendute a 1,50 lire (2,9 centesimi di euro), quelle da 40 grammi a 0,75 lire (1,45 centesimi) e da 25 grammi a 0,40 lire (0,8 centesimi). L’aumento del prezzo per il pane sussidiato è necessario anche per ridurre le importazioni di farina. Delle 8,5 milioni di tonnellate consumate ogni anno, circa la metà arriva dall’estero. Il principale fornitore dell’Egitto è l’Ucraina e con l’invasione russa ci sono stati enormi problemi nelle consegne, scatenando un impressionante aumento dei costi per gli importatori e per i produttori locali, tra cui lo stesso stato.

Riforme in Egitto contro la crisi

Il taglio dei sussidi con l’aumento del prezzo per il pane sussidiato rientra nel piano di riforme che l’Egitto sta adottando per cercare di uscire dalla crisi. Nelle scorse settimane, Il Cairo ha ottenuto ben 55 miliardi di dollari da istituzioni internazionali e stati stranieri, di cui 35 dagli Emirati Arabi Uniti per la cessione dei diritti di un’area balneare da sviluppare in funzione del turismo. Una quantità di denaro che allontana lo spettro del default. A marzo, poi, la banca centrale ha dato vita alla quarta svalutazione del cambio in appena due anni. La lira egiziana ha perso un altro 35% contro il dollaro Usa e adesso è in linea con i tassi di cambio vigenti al mercato nero.

Prezzo del pane tema sensibile

L’inflazione resta alta, anche se ad aprile è scesa al 32,50% dal 33,30% di marzo. Il taglio dei sussidi, tuttavia, se da un lato fa respirare il bilancio dello stato, dall’altro rischia di provocare una temporanea accelerazione dell’inflazione. E il prezzo del pane sussidiato impatta enormemente sulle vite di circa 70 milioni di persone.

[email protected]