Erano i primi giorni di febbraio quando nacque ufficialmente Facebook, un social network che ambiva inizialmente a diventare strumento per stringere amicizia tra gli studenti all’Università di Harvard, frequentata allora dal 19-enne Mark Zuckerberg. Il nome originario fu Facemash e il suo progetto era stato studiato dai gemelli Winklevoss, che oltre ad essere famosi canottieri, appartenevano ad una ricca famiglia di imprenditori americani. Chi ha visto il film “The Social Network” del 2010, conoscerà senz’altro la dinamica della storia controversa.

Fatto sta che ora Facebook si chiama Meta e ha appena compiuto venti anni. Non avrebbe potuto spegnere meglio le candeline. Sono stati 3,19 miliardi gli utenti giornalieri attivi nel quarto trimestre dello scorso anno, periodo in cui la società ha potuto maturare un utile netto di oltre 14 miliardi, in crescita tendenziale del 202,5%.

Ex Facebook punta ora sull’efficienza

Nell’intero 2023 l’ormai ex Facebook ha prodotto un utile netto di 39,098 miliardi (+68,5%), a fronte di 88,15 miliardi di ricavi (+5,5%). In pratica, la società fattura poco più di prima, ma sta riuscendo a fare molti più utili. Com’è possibile? Taglio ai costi, personale compreso per decine di migliaia di posti di lavoro cancellati. La borsa ha giustamente festeggiato, anche perché per la prima volta dalla quotazione nel maggio del 2012 la creatura di Zuckerberg ha annunciato la distribuzione di un dividendo. Nulla di entusiasmante, se è vero che staccherà appena 50 centesimi di dollaro per azione. E poiché questa chiudeva al Nasdaq a 474,99 dollari, trattasi di una percentuale dello 0,105%.

Tuttavia, il dividendo diventerà ordinario, cioè staccato ad ogni trimestre. Mantenendo i 50 centesimi per azione già fissati per il trimestre passato, salirà complessivamente a 2 dollari l’anno, qualcosa come lo 0,42% all’anno ai prezzi attuali. Ancora pochissimo. E, infatti, il mercato ha premiato altro: l’annuncio di un piano di buyback azionario di 50 miliardi. A fine dicembre, Meta deteneva risorse per questa voce pari a 30,93 miliardi.

In più, aveva liquidità disponibile per 65,40 miliardi. Il riacquisto riduce l’offerta di titoli a disposizione sul mercato, per cui ne aumenta il prezzo e il dividendo futuro spettante a ciascuno di esso.

Boom in borsa, Zuckerberg molto più ricco

Cos’è successo in borsa? Azioni Meta in rialzo del 14%, cosa che ha accresciuto la capitalizzazione di circa 200 miliardi. Non era mai accaduta una roba così grossa in una sola seduta. E’ quanto successo venerdì scorso. Risultato? Poiché Zuckerberg detiene intorno a 350 milioni di azioni Meta, la sua ricchezza è salita in appena una giornata di oltre 28 miliardi (+20%), arrivando a superare i 170 miliardi. In più, il dividendo gli varrà altri 700 milioni in un anno.

Attualmente, Meta capitalizza in borsa la cifra monstre di 1.220 miliardi, dietro a Wall Street solo a Microsoft (3.060 miliardi), Apple (2.870 miliardi), Amazon e Google (Alphabet, la casa madre), entrambi appaiati a 1.780 miliardi e NVIDIA (1.670 miliardi). All’infuori è superata anche da Aramco, la compagnia petrolifera statale dell’Arabia Saudita, che in borsa vale 2.000 miliardi. Questi numeri danno l’idea degli ordini di grandezza sui quali si ragiona ormai nel mondo a proposito di multinazionali, specie attive nel comparto tecnologico. Solo una di esse vale più di un’intera piazza finanziaria come Milano.

Dividendo per cancellare passi falsi

Come mai l’annuncio del primo dividendo per gli azionisti Meta? La società a capo di social network come Facebook, Instagram e di servizi di messaggistica come WhatsApp è entrata in una fase più matura. Finita la fase di crescita rampante di utenti e ricavi, adesso si sta concentrando sull’aumento dell’efficienza gestionale. Cosa che implica non solo risparmiare sul personale in eccesso, ma anche a rinunciare a progetti stravaganti come il Metaverso, un investimento che ad oggi è a perdere e divora risorse societarie.

Il dividendo serve per mantenere alto il prestigio di Meta dopo anni di passi falsi. Proprio nei giorni scorsi, Zuckerberg è stato chiamato a testimoniare al Congresso degli Stati Uniti, dove è stato accusato senza reticenze dai parlamentari di essere responsabile dei suicidi di giovani vittime di sfruttamento. Accuse molto dure da tempo gli sono state rivolte anche a proposito dell’incapacità di porre un freno alla circolazione di “fake news” su Facebook e alla tutela della privacy degli utenti.

Rischio bolla per azioni Meta?

In un certo senso, i 50 miliardi annunciati per il buyback vogliono “comprare” il buon umore degli azionisti, rimasti in tutti questi anni a bocca asciutta. A meno di non avere rivenduto il titolo, il cui valore dall’IPO di quasi 12 anni fa si è moltiplicato per oltre 12 volte. La capitalizzazione iniziale, che già appariva al tempo esagerata, era ancora sotto i 100 miliardi dopo il debutto in borsa. A conti fatti, in base agli utili dell’ultimo esercizio Meta capitalizza 31,2 volte questi ultimi. In media, al Nasdaq il rapporto è attualmente di 20. Dunque, ci sarebbe forse il rischio di una sopravvalutazione del titolo, ovverosia di una bolla finanziaria.

Tuttavia, il mercato guarda anche e, soprattutto, agli utili prospettivi. Crede evidentemente che Zuckerberg sarà in grado di fare ancora più soldi con un business che non è più tanto quello della interazione tra utenti, bensì sempre più volto a sfruttare le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale per evolvere definitivamente in una realtà high tech. La disponibilità di cassa è indice di capacità di investire e di condurre le acquisizioni necessarie a questo scopo.

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