I parrucchieri spingono per l’apertura anticipata e intanto denunciano fenomeni di abusivismo. Non è un caso che con l’emergenza coronavirus sono aumentati i casi di lavoro nero, non solo nel settore estetico, quello che insieme al turismo e ristorazione sta soffrendo di più, ma anche altrove. Ora il fenomeno sta venendo allo scoperto grazie alle numerose segnalazione giunte dai parrucchieri ormai sfiniti dalla situazione e per giunta costretti a vedere altri parrucchieri o estetisti che lavorano a domicilio da casa senza poter far nulla.

 

Aumentano abusivi

Nonostante negli ultimi giorni si stia parlando di possibile apertura il 18 maggio e non più il 1 giugno, fioccano le denunce di concorrenza sleale, ossia parrucchieri che lavorano da casa indisturbati e che rischiano di mandare all’aria il lavoro di chi finora ha rispettato le regole. Le segnalazioni sono giunte da varie parti d’Italia, ciò fa capire che il fenomeno è ampio, e sicuro non nuovo, anche se in questo momento storico pesa di più. Secondo Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, “l’incomprensibile e inaccettabile decisione del governo amplia le perdite di fatturato delle imprese regolari a cui si sommano gli effetti della concorrenza sleale del sommerso. Nel settore dei servizi alla persona e attività artistiche e di intrattenimento, nel quale sono ricompresi gli acconciatori e istituti di estetica, il tasso di irregolarità del lavoro è del 26,3%“. 

Il fenomeno non solo mette a rischio il lavoro dei parrucchieri obbligati a stare chiusi ma è pericoloso anche per la salute dei cittadini che si espongono al contagio potenziale, venendo a contatto con questi operatori senza nessun tipo di misura di sicurezza. Secondo Confartigianato si stimano perdite fino a 1.573 milioni di euro e il rischio per 71 mila addetti. 

Sulla questione si è espresso anche Leonardo Alestra, Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che ha parlato di sistema già diffuso ma che in questo momento non è facile da quantificare: “Un controllo in una casa privata, da parte nostra o dei carabinieri, per scoprire un parrucchiere abusivo sarebbe impensabile. La nostra attività per il momento è concentrata sulla verifica nelle aziende delle misure previste dai protocolli: rendicontiamo al prefetto, segnalando quelle che vanno sospese”.

 

Nel frattempo si pensa appunto di far ripartire parrucchieri ed estetisti dal 18 maggio e non più dal 1 giugno. Le regole da rispettare saranno molto stringenti: kit monouso, mascherine e visiere che gli operatori dovranno indossare ma anche prenotazione obbligatoria, accessi limitati, fino all’orario prolungato 7 giorni su 7. 

Il caso del lavoratori agricoli

Anche nel settore agricolo è aumentato il lavoro nero ma stavolta è un fenomeno diverso. Si tratta di persone rimaste senza lavoro o in cassa integrazione che non riescono a vivere con i 600 euro offerti dal governo e che si sono candidati come braccianti per sopperire alla mancanza degli oltre 250mila stranieri al momento bloccati nel loro paese. Nelle ultime settimane sono giunte più di 15mila domande d’impiego anche da parte di coloro che mai prima d’ora avevano svolto questo lavoro.

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