Footlocker chiude 110 punti vendita: è ancora crisi del settore retail

Foot Locker è in crisi e chiude molti punti vendita ma punta alla rinascita. Ancora colpa dell'e-commerce?
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7 anni fa
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Dopo Trony e il colosso dei giocattoli Toys R un altro gigante della catena distributiva è in crisi. Foot Locker ha annunciato la chiusura di circa 110 negozi, dopo che già nel 2017 aveva provveduto alla chiusura di altri 147 punti vendita. Nonostante tutto ne dovrebbe aprire circa 40. Se andiamo a scandagliare i possibili motivi dietro a questa crisi nera della catena, notiamo che c’è sempre la crescita dello shopping online a discapito degli acquisti nei negozi fisici ma non solo. La società infatti ha comunicato una perdita netta di 49 milioni di dollari e i titoli del capitale azionario sono scesi di oltre il 13%.

Foot Locker in crisi chiude negozi ma ne apre altri

Lauren Peters, la direttrice finanziaria, ha fatto sapere che solo nel 2018, a livello globale, saranno chiusi 110 negozi ma ne apriranno altri di fascia alta, più selezionati. Tutta colpa della crisi che ha investito il settore retail con lo zampino delle vendite online; colossi come Amazon ma non solo, che sono riusciti ad accaparrarsi una buona fetta di clienti con offerte e proposte sempre all’ultima moda. Foot Locker, per chi non lo sapesse, è una catena di negozi presente in tutto il mondo che che vende scarpe, abbigliamento e accessori sportivi e non è rimasto a guardare mentre la crisi investiva il settore, una crisi da cui ancora non è uscito. A confermarlo anche l’ad della società, Richard Johnson, il quale ha chiaramente detto che “I consumatori cercano esperienze, cercano prodotti alla moda, tutte cose che vogliono immediatamente”.

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Si pensa al rilancio

Pensare quindi allo shopping online, dove ormai si può comprare davvero di tutto, spesso a prezzi più bassi e sopratutto ultimi arrivi, viene naturale. Foot Locker però non mollerà la presa e pensa al rilancio con una nuova strategia che mira innanzitutto a lasciare i centri commerciali in degrado.

La maggior parte dei punti vendita, infatti, lasciando stare quelli presenti nei grandi centri cittadini, sono ubicati nei centri commerciali, luoghi che negli ultimi anni hanno visto diminuire le presenze sempre per lo stesso motivo: la concorrenza del retail online e l’e-commerce. Se poi pensiamo che da Foot Locker in tanti vanno (o andavano) per acquistare prodotti Nike o simili, prodotti che oggi si possono acquistare facilmente sul web direttamente dal produttore o su siti come Amazon a prezzi concorrenziali, è facile capire il motivo della disfatta. Non è detta però l’ultima parola, con il cambio strategico la catena potrebbe resuscitare e trovare nuova linfa.

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