I summit internazionali servono generalmente a poco. Gli apparati pletorici non sono mai buone occasioni per trovare soluzioni concrete alle urgenze. E il rischio è insito anche al vertice del G20 a Bali, la splendida isola dell’Indonesia, che regge la presidenza di turno. Ma stavolta c’è spazio per un cauto ottimismo. La riunione dei venti grandi della Terra ha visto il debutto in chiave internazionale della premier Giorgia Meloni e la prima stretta di mano tra Xi Jinping e Joe Biden dall’elezione del secondo nel novembre 2020.
Vertice di Bali all’insegna della distensione
Il G20 si è aperto in un clima di apparente distensione, nonostante vi partecipi la Russia con il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov. La sua è una presenza imbarazzante, tanto che i leader hanno difficoltà persino a pubblicare una foto ufficiale per non farsi ritrarre a fianco del rappresentante di Mosca. Per l’economia mondiale, però, s’intravedono i germogli per una possibile semina a favore della crescita. Lo scriviamo al netto dei fatti gravissimi di ieri sera, con un villaggio polacco colpito da missili russi al confine con l’Ucraina. Il bilancio è di due morti.
L’incontro Xi-Biden per il momento allontana lo spauracchio di un confronto bellico tra le due superpotenze mondiali. Restano le divisioni su Taiwan, ma almeno i leader sono tornati a parlarsi e da parte di Pechino vi è stata una timida apertura alle ragioni dell’Occidente sull’Ucraina. Quel “Putin non ci raccontò la verità all’inizio della guerra”, che l’alta diplomazia cinese ha fatto trapelare prima del G20, segnala che la Cina non vuole alzare la tensione con USA ed Europa.
E il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto proprio a Xi di farsi interprete del desiderio di pace con il presidente russo. Dal canto suo, Mosca apre alla trattativa e l’Ucraina non si tira indietro, pur fissando alcuni paletti.
Euro su, rendimenti giù
Il ritiro delle truppe russe dalla città di Kherson segnerebbe l’avvio ufficioso della trattativa tra le parti. E forse non costituisce una semplice coincidenza la risalita del cambio euro-dollaro a quasi 1,05, i massimi da luglio. Il dollaro scende ai minimi da Ferragosto contro le principali valute mondiali, perdendo oltre il 6% in poco più di dieci giornate. Complice il calo dell’inflazione americana a ottobre, i rendimenti sovrani negli USA e in Europa sono scesi. Il decennale americano offre il 3,80%, quello italiano il 4,05% e lo spread BTp-Bund è sceso ieri sotto 200 punti.
Se è vero che nessun analista si aspetta una rapida discesa dell’inflazione, la geopolitica può stravolgere gli scenari in positivo. Il G20 di Bali può essere l’occasione per avviare una soluzione diplomatica alla crisi russo-ucraina. La fine della guerra spegnerebbe la speculazione che da mesi ha preso di mira i prodotti energetici come il gas e, in misura minore, il petrolio. Ieri, paradossalmente il prezzo del gas sulla borsa olandese è risalito in area 125 euro per Mega-wattora sulle attese di un clima invernale più freddo in Europa.
Dal G20 possibile inversione di rotta per economia mondiale
Ad ogni modo, i prezzi ancora oggi incorporano lo scenario bellico. Tutto cambierebbe qualora partissero le trattative tra Russia e Ucraina, con l’Occidente a sostenere la seconda. A quel punto, la paura sui mercati scemerebbe sempre più. Il dollaro continuerebbe ad indebolirsi e le materie prime a deprezzarsi. Il costo dell’energia scenderebbe ancora più bruscamente, trascinando l’inflazione con sé e riattivando la crescita dell’economia europea, in particolare.
Tutte le sciagure di questi mesi inizierebbero a svanire mese dopo mese con l’innescarsi di un circolo virtuoso tra discesa dei prezzi di gas e petrolio, rafforzamento dell’euro e calo dell’inflazione. L’inverno infernale, che abbiamo scontato sino ad oggi nelle previsioni macroeconomiche e sul piano sociale, diverrebbe molto meno terribile. Il G20 a Bali non esiterà alcuna soluzione concreta, ma può essere l’avvio di una nuova fase per l’economia mondiale.