“Ho tanto lavoro da fare qua”. Con queste parole il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva smentito voci di stampa alla vigilia delle elezioni europee su sue possibili dimissioni per ricoprire il ruolo di commissario nella nuova Commissione europea. Ora che il voto è alle spalle e che il governo italiano lo ha superato molto bene, la premier Giorgia Meloni pretende che all’Italia spetti una carica di peso tra le nomine in arrivo. E poiché sembrano basse le probabilità di ottenere una qualche presidenza, ecco che le attenzioni di Palazzo Chigi si concentrano sulle deleghe dei commissari.

Vero potere si esercita a Bruxelles

Il vero potere si esercita dentro la Commissione, lo sanno tutti. E’ il governo dell’Unione Europea e con poteri maggiori di quelli di cui godono i governi nazionali. Nei fatti esercita il potere legislativo, dato che l’Europarlamento può limitarsi ad approvarne o respingerne le decisioni prese. E le deleghe che all’Italia interessano di più riguardano essenzialmente l’economia. Anche se in questi giorni avanza l’ipotesi che Meloni richieda per sé la figura di commissario alla Difesa, sempre che la carica venga effettivamente istituita per meglio reagire ai cambiamenti geopolitici dirompenti in corso.

Meloni punta a ruolo chiave in Commissione

Dunque, Giorgetti commissario a cosa? L’ipotesi che possa ereditare dall’uscente Paolo Gentiloni la delega agli Affari monetari non è da scartare. Si tratta del corrispondente del ministro dell’Economia degli stati membri, anche se nella legislatura passata la carica fu di fatto spogliata dei suoi poteri pregnanti, attraverso uno spacchettamento in favore del vice-presidente lettone Valdis Dombrovskis. Ma c’è un’altra delega che fa gola a Roma proprio in queste settimane: la Concorrenza. Essa detiene poteri di autorità antitrust. Attualmente, è in mano alla danese Margrethe Vestager, non proprio amica dell’Italia. Soffre di un torcicollo che la obbliga a stare con il viso rivolto verso la Francia.

Vestager sta ad oggi impedendo l’acquisizione di Ita da parte di Lufthansa. Il segreto di pulcinella è che cerchi mille scuse per evitare che l’operazione accresca la concorrenza ai danni di Air France-Klm. La vicenda ha messo in risalto quanto sia importante per un Paese stare in quelle stanze dei bottoni. Il problema risiede nelle richieste capacità specifiche per assolvere il compito, il quale ha natura sì politica, ma con alla base solide conoscenze tecniche. Il profilo di Giorgetti non è detto che venga preso in debita considerazione per tale ruolo.

Con chi rimpiazzare Giorgetti commissario

In tutto questo nasce un cruccio per la premier: come rimpiazzare Giorgetti al Tesoro senza deludere i mercati. I benefici di una sua eventuale nomina di peso verrebbero dissipati se il sostituto di Via XX Settembre si rivelasse un profilo poco gradito. In pole position c’è Vittorio Leo, fedelissimo meloniano ed esponente di Fratelli d’Italia. Unico neo: poche settimane fa irritò l’intera maggioranza con la firma di un decreto per l’attivazione del nuovo redditometro. Dovette intervenire la premier per rassicurare alleati e cittadini. E sotto elezioni non è stata una bellissima figura.

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