Non è la Grecia che avevamo tristemente imparato a conoscere nel corso del decennio passato. Dopo anni di sacrifici, economia al collasso e umiliazioni internazionali, tira tutta un’altra aria ad Atene. Il nuovo bond a 10 anni emesso in settimana ha esitato il più basso spread di sempre e attirato ordini record. E lo stato ha ceduto una partecipazione del 30% nell’aeroporto di Atene, incassando 787,5 milioni di euro. Un passo storico per un paese abituato all’immobilismo fino a pochi anni fa.

E da record sono anche i numeri arrivati dal nuovo Golden Visa, lo schema rivisto a partire dal 2023 e che prevede il rilascio del visto ai cittadini extra-comunitari in cambio di un investimento minimo.

Boom di richieste in Grecia

L’anno scorso, la Grecia è stato il paese che ha ricevuto più richieste al mondo secondo tale schema: 8.351! Ad oggi, però, ne sono state approvate 1.655. Gli uffici dell’immigrazione non riescono a tenere il passo e le pratiche si accumulano. Fatto sta che le nuove richieste hanno quasi doppiate quelle del 2022, che erano state 4.362 contro le 3.703 approvate. In tutto, i permessi accordati con il Golden Visa risultano essere 12.126 e i rinnovi 3.035.

Il successo dell’iniziativa ha certamente a che fare con tante situazioni. In primis, il Portogallo ha cessato il suo programma dopo che il governo uscente del premier socialista Antonio Costa aveva ricevuto grosse critiche per via del boom dei prezzi delle case. Molti cittadini lamentavano che alla base del trend vi fosse proprio il programma a favore dei cittadini stranieri. Parte della domanda si sarebbe spostata, quindi, in Grecia.

Cosa prevede il Golden Visa

Cosa prevede il Golden Visa ellenico? Investimento minimo in proprietà immobiliari per 250.000 euro in cambio di un permesso di residenza di 5 anni, eventualmente esteso al nucleo familiare. In alternativa, si dovrà aprire un conto in banca di 400.000 euro per almeno un anno o investire tale cifra in asset finanziari come obbligazioni o azioni.

E perché tanti cittadini stranieri accorrerebbero a richiedere il “visto d’oro”? La residenza in Grecia consente loro di accedere a tutta l’area Schengen, tra cui paesi come Italia, Francia e Germania. Non è questione da poco per coloro che arrivano da fuori dell’Unione Europea.

In effetti, il 60% dei permessi risulta accordato a cittadini di nazionalità cinese, seguiti a lunghissima distanza dai turchi intorno al 6%. Seguono libanesi, egiziani e iraniani. A proposito, il nuovo Golden Visa non si applica ai cittadini russi per le note vicende di questi anni. Pur trattandosi di un’iniziativa risalente al 2013, dallo scorso anno le regole sono un po’ cambiate. L’investimento immobiliare minimo richiesto è stato raddoppiato a 500.000 euro in 36 municipalità, tra cui Atene, Tessalonica, Mykonos e Santorini.

Rischi per mercato immobiliare

Qual è il fine di questo schema? “Importare” cittadini benestanti. Questi non solo investono cifre ragguardevoli per ottenere il Golden Visa, ma finiscono per aumentare i consumi interni. In effetti, se immaginiamo che tutte le pratiche inoltrate l’anno scorso verranno approvate e che prevedano tutte un investimento minimo di 400.000 euro, la Grecia avrà incassato la bellezza di oltre 3,3 miliardi, un punto e mezzo di PIL. Soldi che vivacizzano il mercato immobiliare e quello dei capitali, entrambi a lungo depressi a causa della crisi. I prezzi delle case si erano quasi dimezzati in un decennio, ma negli ultimi cinque anni risultano risaliti del 60% ai massimi dal 2010. In termini reali, una crescita di circa il 45%.

Passare dal successo agli effetti collaterali, tuttavia, rischia di essere facile come insegna il caso di Lisbona. Resta controverso se il boom immobiliare sia stato trainato da iniziative come la detassazione delle pensioni straniere e il Golden Visa lusitano, ma di certo è che la popolazione locale non apprezza che i prezzi salgano al punto da rendere poco sostenibile il carovita.

La Grecia non è ancora giunta in questa fase. C’è voglia di mettersi alle spalle gli anni durissimi della crisi e di aprire al mondo per far entrare capitali e turisti. Di questi ultimi nel 2023 ne sono arrivati 32 milioni. Un altro boom che sta aiutando Atene a rimettersi in marcia e a cambiare pelle.

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