Sono numeri davvero importanti quelli che si leggono dallo studio pubblicato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui prestiti bancari. Negli ultimi anni il calo corrisponde addirittura al 27%, che tradotto in moneta rappresenta una diminutio di ben 247 miliardi di euro. L’indagine prende in questione quelle che sono le probabili conseguenze di tale fenomeno, e spunta feroce e inquietante lo spettro della criminalità organizzata. Da che mondo e mondo, infatti, l’economia si è sempre servita del prestito per coprire il fabbisogno di una fetta della popolazione, e considerare un calo di questo tipo diviene inspiegabile se non ipotizzando un’alternativa illegale a al servizio offerto dagli istituti di credito.

Perché la criminalità trova terreno fertile?

sembra dunque assodato che la criminalità organizzata stia proliferando sul settore dei prestiti bancari, andandosi appunto a sostituire agli istituti di credito. Ma perché si registra questa crescita da parte dei criminali? Anche in questo caso i dati sono importanti. Dall’anno scorso i prestiti sono diminuiti del 4,7%, una percentuale che corrisponde a 32,2 miliardi di euro in totale. Il calo si evidenzia in particolare modo nel Nordest del Paese, la percentuale infatti qui sale al 7,4% con una perdita effettiva di ben 14 miliardi di euro. Mentre gli italiani prendono atto delle proprie vacanze da incubo per i rincari di agosto, gli economisti fanno il punto della situazione su quella che è la situazione relativa ai prestiti bancari. Anche i rincari dovrebbero essere motivo di spinta verso il prestito, soprattutto durante fasi dell’anno favorevoli, come quello delle ferie.

E invece no, gli italiani frenano, o forse stanno cercando aiuto altrove? Nello studio della Cgil infatti si legge che, in questi momenti difficili per l’economia del paese, queste organizzazioni criminali sono gli unici soggetti che dispongono della liquidità necessaria per ‘aiutare’ chi si trova in difficoltà economico-finanziaria, in particolare nei settori ad alta intensità di contante (ristorazione, intrattenimento e sale giochi), in quelli che richiedono il controllo del territorio (edilizia) e nei comparti meno innovativi che non richiedono competenze specialistiche”.

Prestiti bancari, altri dati dello studio

Rimanendo concentrati sulle attività mafiose, possiamo dire che la presenza di attività criminali di questo tipo è principalmente concentrata al Sud, ma ormai si registrano molti casi del genere anche al Centronord. Un precedente studio della Banca d’Italia aveva evidenziato come il problema dell’usura nel nostro Paese fosse presente comunque anche in zone dove storicamente non si era ancora radicato, come Brescia, Savona, La Spezia, Bologna, Ferrara, Rimini, Pistoia, Prato, Firenze e tante altre province. Il dato importante comunque rimane il crollo dei prestiti bancari, e quello dell’usura non può essere l’unico motivo della sua crisi. È interessante comunque notare anche quali sono le città che invece conservano una maggiore percentuale di prestiti. Ecco la top 10:

  • Trieste: -18,5%
  • Gorizia: -14,1%
  • Novara: -13,8%
  • Trento: -13,5%
  • Fermo: -11,4%
  • Savona: -11,3%
  • Asti: -10,6%
  • Verona: -10,3%
  • Biella: -10,0%
  • Varese: -9,7%

Nessuna di queste però ha registrato una crescita, ecco invece le città che hanno ottenuto una percentuale più alta di prestiti bancari rispetto allo scorso anno: Messina (+1,1% pari a +24,6 milioni), Enna (+1,4% pari a +6,4 milioni), Caltanissetta (+12,3% pari a +91,3 milioni) e Lodi (+12,7% pari a +291,6 milioni). A soffrire maggiormente di questa crisi risultano comunque essere soprattutto le piccole e medie imprese.

I punti salienti…

  • i prestiti bancari sono in calo del 27% negli ultimi anni, si parla di un giro d’affari in calo di 247 miliardi di euro;
  • nell’ultimo anno il calo è stato del 4,7% e si registra su tutto il territorio italiano;
  • in questo scenario a proliferare sono le attività criminali con la loro usura.