Il Barcellona mette nel mirino la Serie A mentre affonda in un mare di debiti

Il Barcellona annega nei debiti, ma tratta con fondi e banche per azzerarli. Nel frattempo, mette nel mirino mezza Serie A.
2 anni fa
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Barcellona in un mare di debiti

Il Barcellona annega in un mare di debiti. Sembrano lontani i tempi in cui il club catalano era guardato come modello di business per l’intero calcio europeo. Eppure, solamente nel giugno 2019 chiudeva l’esercizio con ricavi a quasi 1 miliardo di euro. Dopodiché il crollo a causa della pandemia. E tutto è venuto giù in un colpo. La scorsa stagione chiudeva con ricavi in caduta a 631 milioni e perdite nette per 481 milioni. E i debiti schizzavano a 1,57 miliardi. Al netto, pur sempre 680 milioni.

L’addio di Lionel Messi ha consentito al Barcellona di risparmiare un bel po’ di denaro sugli stipendi, dato che da solo l’attaccante argentino percepiva oltre 50 milioni netti all’anno. Tuttavia, si registrano perdite commerciali e disinteresse crescente tra il pubblico dei tifosi, anche per via degli scarsi risultati sportivi nel frattempo conseguiti.

Le operazioni finanziarie in corso del Barcellona

Ed ecco che il presidente Joan Laporta cerca di correre ai ripari. Sta trattando con Goldman Sachs per venderle il 30% dei diritti audiovisivi per un periodo inferiore ai 50 anni. La quota potrebbe essere innalzata, al fine di sfoltire il maxi-prestito decennale da 525 milioni di euro erogato proprio dalla banca d’affari americana di recente per consentirgli di pagare gli stipendi. In vendita anche una quota di Espai Barça, la società che gestisce il business che ruota attorno allo stadio Camp Nou. In trattativa vi sarebbe anche All Sport Finance. Da queste due operazioni, il Barcellona spera di incassare 900 milioni.

Poi, 200 milioni sarebbero incassati nel caso di cessione del 49% di Barça Licensing and Merchandising, il ramo aziendale che presiede alla gestione dell’area commerciale. Altrettanti ne arriverebbero con la vendita anche di Barça Studios, un progetto audiovisivo lanciato solamente nel 2019 e costato 4 milioni di euro, che adesso fattura una trentina di milioni all’anno. Se tutte queste operazioni andassero in porto, il Barcellona sarebbe prossimo all’azzeramento del suo immenso debito.

Serie A nel mirino dei catalani

In scia a tanto ottimismo, il club si sta lanciando a capofitto sul prossimo calciomercato estivo. E tra le sue grinfie vi è finita la Serie A. Molto probabile, ad esempio, che Franck Messié vada proprio al Barcellona dopo essersi rifiutato di firmare il rinnovo con il Milan. Lo stesso dicasi per Lautaro Martinez, per cui i catalani offrirebbero all’Inter una cifra irrinunciabile. Si parla di un’ottantina di milioni di euro. Infine, Alvaro Morata della Juventus. Entro giugno, Andrea Agnelli dovrà decidere se riscattare l’attaccante preso in prestito nel 2020 dall’Atletico Madrid. Ma i 35 milioni richiesti dagli spagnoli sono considerati a Torino una cifra spropositata. I bianconeri lo terrebbero in rosa per non più di 15 milioni. Ed ecco che nella trattativa dovrebbe inserirsi Laporta, che spererebbe di riportare Morata in Liga, ma a Barcellona.

C’è da dire che con la fine della pandemia, i conti dei catalani dovrebbero migliorare. I ricavi da stadio ammontano da soli sopra 200 milioni, così come i diritti TV su cui la società è in trattative portano almeno 250 milioni. Peraltro, essa non ha firmato un accordo con il fondo CVC per ottenere 270 milioni in cambio della gestione di parte dei ricavi. Gli altri club della Liga hanno acconsentito. E’ il segno che il Barcellona ritiene di poter spuntare condizioni migliori e non avverta di avere l’acqua alla gola.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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