Al via la nuova stretta sul metano oda parte dell’Unione Europea. Pronto il regolamento che mira a puntare sull’utilizzo di gas verdi e altre soluzioni alternative come la miscelazione con l’idrogeno e la decarbonizzazione. L’obiettivo del nuovo documento pubblicato in Gazzetta ufficiale il 15 luglio mira ad aumentare la trasparenza relativamente alla qualità dei gas e ai suoi costi di gestione. Non è chiaro al momento quali saranno le tempistiche, soprattutto nel nostro Paese, mentre molti esperti si chiedono appunto che impatto avrà in generale sull’Italia.

Il nuovo regolamento UE

Pronti nuovi provvedimenti normativi che vanno ad abrogare il precedente regolamento in merito al metano e in generale ai gas, con gli occhi puntati su quelli rinnovabili. Gli esperti parlano di economia circolare, o meglio decarbonnizzata, con il chiaro intento di puntare dritto verso i cosiddetti gas verdi e mandare più o meno lentamente il metano in pensione. A destare particolare interesse è la questione idrogeno, poiché si tratta di una fonte energetica considerata controversa per quanto riguarda la transizione ecologica. L’UE lo sa bene, eppure ha lasciato per ora la libera facoltà di miscelazione. A tal proposito infatti nel nuovo regolamento si legge: “è opportuno preservare il diritto degli Stati membri di decidere se miscelare idrogeno nei rispettivi sistemi nazionali del gas naturale”.

C’è ovviamente una spiegazione se l’UE ha optato per questa scelta, la quale è diretta figlia del contesto geopolitico attuale. Lo scenario si inscrive infatti all’interno della guerra tra Ucraina e Russia, con l’Europa che si è trovata costretta a trovare una via alternativa al gas naturale dei russi. Ecco quindi spiegato perché l’UE continua a dare, un po’ in contraddizione con sé stessa, il suo sostegno alla miscelazione dell’idrogeno. Il regolamento comunque precisa che questa deve essere un’ultima ratio, ossia un’istanza da prendere in considerazione quando tutte le altre soluzioni più sostenibili non sono percorribili.

Entro il 31 dicembre 2029 anche questa libera facoltà dovrebbe decadere.

Metano o gas verdi? Cosa fa l’italia?

In tutto questo scenario, naturale chiedersi quali saranno le conseguenze ambientali, strutturali e soprattutto economiche anche per l’Italia. È naturale che il nuovo regolamento si sia concentrato principalmente nelle regioni carbonifere e ad alta intensità di carbonio, visto che esso mira principalmente alla decarbonizzazione. Sfavorire il metano per far crescere i gas rinnovabili, in special modo nei processi industriali basati sull’utilizzo di combustibili fossili. Questo dunque il fine ultimo dell’UE, ma cosa ne sarà dell’Italia? In che modo il nuovo diktat andrà a influire a livello pratico nel nostro Paese? A dire il vero, non c’è alcuna eccezione da fare rispetto al resto degli stati membri. In Italia, come negli altri stati, infatti, si punta sia a una maggiore trasparenza sia sulla qualità dei gas che vengono utilizzati che sui loro costi e la loro gestione.

Quando si tratta di economia, naturalmente, i costi di gestione assumono un ruolo cruciale, e gli esperti sperano infatti che le nuove misure ufficializzate possano anche essere più convenienti per l’infrastruttura che è preposta allo sviluppo delle soluzioni alternative, così da non rimpiangere il metano in nessun modo. Si mira inoltre a snellire le procedure e offrire un approccio più armonizzato per tutti i sistemi, al fine di ottenere un coordinamento transfrontaliero più forte e performante.

Riassumendo…

  • l’UE offre un nuovo piano per la regolamentazione del metano negli stati membri;
  • via libera alla miscelazione dell’idrogeno, ma solo come estrema ratio;
  • massima apertura verso i gas verdi e tutte le altre soluzioni ecosostenibili.