L’espressione cambiamento climatico non è più soddisfacente, soprattutto se oltre ai pericoli ecologici ci sono anche danni economici con perdite davvero fuori dal comune. Ed ecco quindi che si torna a parlare con sempre maggior forza di crisi climatica. Secondo uno studio presentato da The European House-Ambrosetti, il livello di stress idrico nel nostro Paese è tra i più elevati, ma quello che spaventa maggiormente è che questo cambiamento climatico mostra 284 euro ad italiano, con danni all’agricoltura che arrivano a 1 miliardo di euro.

L’Italia tra quelle messe peggio

Solo Belgio, Spagna e Grecia sembrano messe peggio di noi per quanto riguarda i livelli di stress idrici, ma siamo il primo Paese europeo per perdite economiche dovute alla crisi climatica. Quindi, possiamo dire che sostanzialmente nessuno sta messo peggio di noi. Come detto, quello più colpito risulta essere il settore agricolo e lo stress idrico si fa particolarmente sentire in 12 regioni, soprattutto in Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia. La produzione di miele nel nostro Paese è calata del 70%, un calo monstre che però non è l’unico. Oltre al miele scendono anche pere, ciliegie e olio d’oliva. Valerio De Molli, Managing Partner e Amministratore Delegato di The European House-Ambrosetti, ha dichiarato:

“Viviamo una situazione particolarmente delicata, soprattutto nel nostro Paese, che si stima quest’anno possa raggiungere la più alta anomalia termica della storia italiana, +1,75°C sopra la media, con tutte le conseguenze che ben conosciamo. La corretta gestione della risorsa idrica è e sarà perciò un elemento sempre più decisivo, che monitoriamo attraverso la Community Valore Acqua e che deve essere supportato sicuramente da un aggiornamento delle infrastrutture in ottica di incremento dello stoccaggio, ma anche da un veloce processo di digitalizzazione della filiera estesa e da un efficientamento della raccolta e gestione dei dati”.

Di quale anomalia si tratta? Quella appunto del cambiamento climatico.

Il nostro Paese ora è 1,75 gradi sopra la media per quanto riguarda l’aumento termico. Si tratta di numero preoccupanti.

Crisi climatica, i numeri economici

A spaventare gli economisti non c’è soltanto la crisi del debito, ma anche quella del clima. L’agricoltura italiana è quella che sta particolarmente risentendo della crisi climatica. Non solo per alluvioni e altre calamità naturali, ma anche per quei fastidiosissimi piccoli nemici dei raccolti. Stiamo parlando degli insetti. Il cambiamento climatico infatti porta una vera e propria invasione di cavallette a causa del caldo record. Si parla di danni da oltre un miliardo di euro all’anno nel settore. Ecco le parole di Coldiretti:

“È un disastro che sta spingendo gli agricoltori ad accelerare nelle operazioni di raccolta per evitare di perdere l’intera produzione. Le cavallette sono polifaghe perciò colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini. Questo provoca una vera catastrofe biologica che rischia di mettere in ginocchio centinaia di aziende ma anche allevamenti che in pochi giorni vedono sparire il foraggio necessario per gli alimenti e si trovano costretti a ulteriori spese per l’acquisto del mangime”.

Per quanto riguarda la situazione europea relativa alle perdite, come detto anche la Spagna non se la passa bene con perdite economiche che smontano a 221 euro ad abitante. I danni per l’Ungheria sono invece di 314 euro ad abitante, mentre Francia e Germania rimangono in media europea con 116 euro di danni a cittadino. Secondo gli esperti è fondamentale potenziare i poteri delle autorità di bacino per affrontare la crisi idrica. L’emergenza siccità è tra le questioni cruciali da dover affrontare con una giusta pianificazione. È di questo avviso Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti sulla scarsità idrica, il quale afferma:

“I grandi nodi idraulici devono trasportare acqua da un punto A a un punto B del Paese, oltrepassando confini regionali e distrettuali. Non possiamo più permetterci di discutere su questioni relative al pagamento della risorsa; tutti gli attori coinvolti devono riconoscere l’impatto negativo della gestione frammentata dell’acqua sul futuro dell’Italia”. 

Riassumendo…

  • la crisi climatica costa quasi 300 euro per ogni italiano;
  • si stima una perdita di un miliardo di euro all’anno nel settore dell’agricoltura;
  • l’Italia è il primo Paese d’Europa per perdite economiche dovute al cambiamento del clima.