Gli aggiornamenti della Banca d’Italia sull’andamento del debito pubblico nel mese di agosto hanno portato una notizia positiva. Lo stock è sceso di 12,8 miliardi di euro a 2.757,8 miliardi. Resta certamente altissimo per un’economia che alla fine di quest’anno resterebbe sotto i 1.900 miliardi di euro. Ad ogni modo, meglio il segno meno che più in questi casi. Il calo è stato dovuto alla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro per 16,4 miliardi a 79,9 miliardi. Praticamente, lo stato ha diminuito le scorte di liquidità accumulate nella prima parte del 2022.

E’ un processo che avviene ogni anno.

Nei primi otto mesi di quest’anno, il debito pubblico italiano risulta cresciuto di 79,4 miliardi. Al netto delle variazioni delle disponibilità liquide (47,5 miliardi a fine 2021), la crescita sarebbe stata di soli 47 miliardi. In altre parole, lo stock tende a crescere realmente di poco meno di 6 miliardi al mese. Sui dodici mesi, saremmo a +70 miliardi. Si tratterebbe di un rallentamento rispetto all’ultimo anno fino all’agosto scorso.

In effetti, il debito pubblico italiano nell’agosto 2021 si attestava a 2.734,4 miliardi, cioè risultava più basso di soli 23,4 miliardi rispetto a un anno dopo. Ma il dato era “drogato” da quasi 140 miliardi di liquidità. Al netto delle variazioni di questa, la crescita del debito nell’ultimo anno è stata di oltre 83 miliardi. C’è anche da dire che tra agosto e dicembre dello scorso anno, il debito pubblico era diminuito di 56 miliardi, ma grazie ai -92,2 miliardi di liquidità. Senza tali variazioni, sarebbe cresciuto di 36,2 miliardi.

Debito pubblico verso quota 2.800 miliardi

Se applicassimo lo stesso dato a quest’anno, diremmo che a fine anno ci troveremmo dinnanzi a uno stock di oltre 2.790 miliardi. In realtà, un confronto del genere non risulta possibile a causa della pandemia, che nel biennio 2020-2021 ha stravolto scadenze di pagamento delle imposte e necessità di esborsi a carico dello stato.

In genere, invece, negli ultimi mesi dell’anno il debito pubblico si riduce perché lo stato spende meno di quanto incassi.

Ad agosto di quest’anno, però, la spesa pubblica complessiva ha superato di 0,5 miliardi le entrate. Un anno prima, era stata inferiore di 10,7 miliardi. Come detto, un confronto non è possibile per via degli effetti della pandemia. A quanto ammonterà il debito pubblico alla fine del 2022? Per capirlo dovremmo rifarci alla Nota di aggiornamento al DEF, il documento programmatico redatto dal governo uscente. Esso stima un rapporto debito/PIL tendenziale al 145,4%, che sale al 147% secondo il quadro programmatico, cioè includendo le misure di politica economica adottate.

Ebbene, poiché il PIL nominale atteso è di 1.896,2 miliardi di euro, ciò ci spinge ad affermare che il debito pubblico a dicembre 2022 salirà in area 2.785-2.790 miliardi. A questa conclusione ci porta anche un altro dato, per quanto impreciso e grezzo. Il deficit programmato per quest’anno è del 5,6% del PIL, circa 105 miliardi di euro. Sommati al debito di fine 2021, arriviamo a qualcosa come 2.785 miliardi. Dunque, il debito pubblico di fine anno sarebbe di una trentina di miliardi in più del dato di agosto. Meglio non illudersi che il calo estivo sia stato dovuto a un qualche andamento strutturalmente positivo dei nostri conti pubblici.

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