Oggi, la cancelliera Angela Merkel e il suo governo si recheranno al palazzo presidenziale di Schloss Bellevue per rassegnare le dimissioni e restare in carica per il disbrigo degli affari correnti. A 50 giorni dalle elezioni federali in Germania, un nuovo governo non c’è ancora e forse non ci sarà per diverse altre settimane. Nel frattempo, la curva dei contagi da Covid sale minacciosamente e il rischio di nuovo lockdown anche.

Ormai, quotidianamente i tedeschi registrano la media di quasi 40.000 casi, mentre il numero dei morti è sopra 160, ai massimi dal maggio scorso.

La situazione sanitaria è così grave, che nuova e vecchia maggioranza sembrerebbero d’accordo almeno sull’opportunità di ripristinare lo “smart working” obbligatorio per tutte quelle categorie di lavoratori che possono permetterselo. A giorni, però, scadrà il piano pandemico federale e il ministro della Salute uscente, Jens Spahn, non ha intenzione di prorogarlo, ritenendo che sia compito del suo successore. I tedeschi rischiano, quindi, di ritrovarsi senza regole certe per combattere la pandemia.

Il passaggio di consegne tra vecchio e nuovo cancelliere non sarebbe potuto avvenire in un momento più inappropriato. La Germania è a un passo da un nuovo lockdown, dopo che l’Austria lo ha già imposto con il nuovo cancelliere Alexander Schallenberg ai non vaccinati per 10 giorni. Entrambi i paesi sono accomunati dai bassi tassi di vaccinazione. In Germania, meno del 68% ha completato il ciclo vaccinale, circa 10 punti in meno dell’Italia.

Lockdown e crescita PIL

Il rischio lockdown spiega meglio di ogni altra chiacchiera perché le previsioni di crescita degli organismi internazionali o degli istituti di statistica nazionali siano scritte sull’acqua. Con ogni probabilità, non torneremo alle restrizioni anti-Covid del 2020 e dei primi mesi del 2021, ma su una stretta in vista del Natale già si ragiona anche in Italia, dove al momento contagi e morti sono molto bassi e sotto controllo.

Ma poco importa se avremo anche noi un mini-lockdown o un lockdown mirato per i non vaccinati. Se la Germania, prima economia europea, in un qualche modo chiude, finiremo per pagarne anche noi le conseguenze.

Parte del nostro PIL, specie quello prodotto nel nord-est, è legato all’industria tedesca. Ad oggi, stiamo dando per scontato che non ci saranno nuove chiusure né in Italia, né nel resto dell’Europa. Sarà così? Difficile crederlo con Germania, Austria, Polonia, Bulgaria, Romania, Russia e Regno Unito in pessime acque e quando ancora non è arrivato l’inverno. Per dirlo con le parole della cancelliera uscente, questo sarà “lungo”. Per il momento, l’Italia immagina di accorciare a 9 mesi la validità del green pass e a 24 ore del test rapido, mentre per il molecolare si scenderebbe a 48 ore. Un modo per convincere i più restii a vaccinarsi. Ma la battaglia sarà lunga e l’inverno bussa alla porta.

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