Esiste – o esisteva – un luogo comune in Italia: i lavoratori dipendenti sono coloro che versano una quota di Irpef maggiore allo Stato rispetto a tutti gli altri. A far luce su quella che oggi verrebbe definita “fake news”, o più semplicemente notizia falsa, è uno studio condotto dalla Cgia di Mestre, la quale ha messo in luce un’altra verità, completamente differente rispetto a quella che si conosceva fino ad oggi. Secondo quanto riportato dal recente studio realizzato dall’Associazione Artigiani Piccole Imprese Mestre, coloro che versano una quota maggiore di Irpef in realtà sono i lavoratori autonomi, ovvero le cosiddette Partite Iva, che in Italia rappresentano circa 4,7 milioni di persone: ogni anno, gli autonomi versano in totale 4.700 euro di Irpef allo Stato, un importo maggiore rispetto a quello che viene prelevato dalle buste paga dei lavoratori dipendenti, che in un anno si aggira intorno ai 4.000 euro.

Un salasso per i lavoratori autonomi

L’ultima ruota del carro – in questo specifico ambito – sono i pensionati, a cui viene prelevato un totale di 2.900 euro di Irpef in dodici mesi. Ciò detto, rimane il dato che dipendenti e pensionati rappresentano ancora oggi la torta maggiore di coloro che contribuiscono al gettito fiscale: il loro numero complessivo è di oltre 35 milioni, da cui lo Stato preleva qualcosa come 127 miliardi di euro, pari all’82 per cento del gettito totale. Per quanto riguarda, invece, i lavoratori autonomi, la cui categoria è rappresentata da professionisti, commercianti e artigiani, siamo al 14,5 per cento, con un valore di 22 miliardi e mezzo di euro.

La regione dove si concentrano il maggior numero di lavoratori autonomi è la Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia Romagna, che contano rispettivamente 839 mila, 463 mila e 426 mila lavoratori autonomi. A conti fatti, quasi metà delle Partite Iva italiane si concentra in sole tre regioni, tra le più produttive del Bel Paese.

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