In questa epoca di incertezze economiche, forse la Ndrangheta rimane una delle poche realtà che può offrirti ancora un posto fisso. L’ironia tragica tragica di questa affermazione sottolinea il parossismo dell’attuale situazione. Lungi da noi voler davvero affermare che la mafia calabrese sia una valida alternativa al mondo del lavoro, poiché si tratta in realtà di una piaga da estirpare. In questa sede però vogliamo sciorinare alcuni numeri e scoprire qual è il suo impero economico.

Un fatturato da paura

Di recente, dopo il servizio di Report su Rai Tre si è tornato a parlare di Ndrangheta.

Non sono mancati nuovi arresti, soprattutto a seguito proprio dell’inchiesta che ha mostrato i collegamenti tra la mafia calabrese e l’Arena di Verona, con ditte atte a smontare e rimontare palchi che avevano forti agganci con la criminalità organizzata. I clan dell’organizzazione sono quindi tornati in auge, e soprattutto è tornato d’interesse il loro impero economico. Il caso di Verona ha gettato nuova luce anche sugli affari della cosca. Secondo le indagini uno dei personaggi chiave della vicenda è Giorgio Chiavegato, imprenditore a capo dell’azienda Eurocompany, vincitrice degli appalti per l’Arena. Tra le varie accuse, anche quella di fatture gonfiate, sistema che avrebbe permesso alla Ndrangheta di riciclare il proprio denaro sporco.

Il peggio però potrebbe ancora arrivare, visto che secondo alcune teorie i legami tra il malaffare e la politica si estenderebbero a livelli altissimi, arrivando addirittura all’ex sindaco della città, il leghista Flavio Tosi. Forse non tutti sanno però che oggi la Ndrangheta è considerata la più potente organizzazione criminale del pianeta, poiché ha ramificazioni in tutto il mondo, precisamente in ben 32 Paesi. In Europa, dove è presente in 17 Paesi, è addirittura considerata solo un fenomeno di folclore, mentre nel resto del mondo la si considera un’organizzazione criminale minore.

Ed è forse questa sua capacità di stare in disparte e non catturare l’attenzione della massa a renderla ancora più efficace.

Ndrangheta, quanto fattura?

Ad offrirci un quadro del suo impero economico ci ha pensato la Dia nel 2023. Nel suo report si legge che la Ndrangheta è “una struttura di tipo unitario con un organo di vertice che appare nel contempo moderna e arcaica, poiché fa delle regole antiche, dei gradi, delle prassi, delle formule, dei giuramenti, dei santini bruciati ed intrisi di sangue, un elemento di solida coesione, in cui ogni sodale si riconosce e che percepisce come unicum”. Allo stesso tempo però è capace di estendersi oltre i propri confini calabresi e trasformarsi in vera e propria holding del crimine internazionale. Insomma, una mistura di vecchio e nuovo che la rende pericolosissima.

Mentre Usa e Cina si scontrano sui dazi per accaparrarsi “legalmente” una fetta d’economia planetaria, le cosche mafiose vanno dritte per la loro strada senza curarsi minimamente dei cosiddetti “affari leciti”. La droga rimane la principale fonte di guadagno della Ndrangheta, soprattutto sulla cocaina, visto che l’80% della coca portata in Europa è di sua provenienza. Ma c’è anche il riciclaggio, altra fonte sterminata di guadagno, oltre ai già citati appalti pubblici, come nel caso dell’Arena di Verona. Il suo fatturato è di 55 miliardi di euro, ed è per questo motivo che è considerata oggi la mafia più ricca d’Italia e una delle più pericolose del mondo.

Riassumendo…

  • la Ndrangheta è presente in 32 Paesi nel mondo, e vanta l’80% della cocaina distribuita in Europa;
  • l’inchiesta sugli appalti dell’Arena di Verona ha portato alla luce i suoi collegamenti con la politica italiana;
  • il suo fatturato è di 55 miliardi di euro.