Aggiornamento: come riporta in anteprima Repubblica a poter riaprire il 14 aprile secondo la bozza del decreto saranno: Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici, Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari, articoli per l’illuminazione, ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico, prodotti alimentari, bevande e tabacco, articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati, profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale, combustibile per uso domestico e per riscaldamento, prodotti per animali domestici, fotografia, Commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, libri e vestiti per bambini e neonati.

 

Riaprono anche le lavanderie anche industriali, pompe funebri.

Per quanto riguarda le aziende, tra quelle che dovrebbero riaprire: fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche, computer e unità periferiche, macchine per l’agricoltura e la silvicoltura,  macchine per l’industria della carta e del cartone, articoli tessili tecnici ed industriali, coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, industria del legno e dei prodotti in legno, fabbriche di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici, manutenzione e riparazione di autoveicoli.

 

Continua il lockdown e si va verso il prolungamento fino al 3 maggio delle misure di contenimento. Dovrebbe arrivare oggi pomeriggio la comunicazione ufficiale della nuova bozza del decreto ma quello che sembra certo è che la reclusione forzata continuerà ancora per altre settimane mentre a poter riaprire saranno poche attività selezionate, tra cui librerie e cartolerie e aziende di silvicoltura, macchine agricole e quelle che lavorano il legno. A poter riaprire forse anche i negozi di abbigliamento per neonati. Per tutti gli altri rimane cruciale la data del 4 maggio. 

Riaperture scaglionate 

Ci sono ancora poche certezze in merito alle riaperture e la fine del lockdown. Sicuramente qualche allentamento delle misure avverrà dopo il 3 maggio ma forse per anziani e persone a rischio le restrizioni continueranno a fine di proteggere le fasce deboli.

Si sta anche valutando la possibilità di effettuare riaperture scaglionate per regione in base alla curva dei contagi. Quello che è certo è che tutto avverrà in maniera graduale per evitare di ripartire da capo, come ha sottolineato anche Conte. Di fatto, andare avanti fino al 3 maggio è una necessità anche per evitare che gli italiani si facciano prendere dalla voglia di spostarsi tra il 25 aprile e il 1 maggio. Non è un caso che già durante il weekend di Pasqua sono previsti più controlli e persino droni per osservare i movimenti delle persone. 

Ritorno graduale alla vita normale

Per arrivare alla fase 2, si stanno anche preparando le aziende per predisporre dispositivi di sicurezza come guanti e mascherine, sanificazione degli ambienti e il rispetto del distanziamento sociale. Andando per data, fino al 13 aprile non cambia nulla e tutti dovranno rimanere a casa. Dal 14 aprile, il governo sta valutando quali aziende far ripartire mentre Confindustria ha chiesto un programma ordinato di riaperture. Non ci sono certezze ma sembra che si valuti la riapertura di librerie, cartolerie, pasticcerie mentre ristoranti e tavole calde restano chiuse ma possono effettuare consegne a domicilio fino a quando l’attività non riaprirà normalmente. Potrebbero anche ripartire alcune aziende meccaniche e di supporto al settore agroalimentare e di movimentazioni di merci giacenti nei magazzini. Sarà il 4 maggio la data cruciale, e sempre se l’indice R0 sarà prossimo alle zero. Si prevedono riaperture scaglionate, turni e fasce orarie per i lavoratori e file anche per entrare nei negozi, uscite non in gruppo e obbligo di indossare le mascherine. A quel punto vedremo come cambierà la nostra vita quotidiana. 

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