Le vicende romane stanno avendo ripercussioni davvero pesanti sulla coalizione di centro-destra, anche se l’obiettivo dei 3 leader della coalizione, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi è adesso evitare rotture e minimizzare le divisioni. La frittata è fatta, ma è la stessa candidata di Fratelli d’Italia a sindaco di Roma, appoggiata anche dal Carroccio, a segnalare all’ex premier che non sarebbe sua intenzione dividere il centro-destra e che spera in cuor suo ancora di potere arrivare a una soluzione unitaria.

Dal canto suo, Berlusconi non usa parole o toni di scontro, ma cerca semmai di difendere la propria posizione e la candidatura di Guido Bertolaso, “il migliore candidato possibile per Roma, il numero uno al mondo nella gestione delle emergenze”. L’ex capo della Protezione Civile non si tocca. Questa è la linea ufficiale di Forza Italia, anche se, sondaggi alla mano, nessuno crede alle parole del leader, secondo cui Bertolaso sarebbe destinato persino a una vittoria al primo turno.

Bertolaso sarebbe mollato a breve

Invece, negli ambienti degli “azzurri”, la sensazione è che il partito stia andando a sbattere contro un risultato pessimo in tutta Italia, ma la cui portata negativa verrebbe risaltata proprio nella Capitale, in conseguenza del confronto diretto con la candidatura della Meloni. Se Bertolaso prendesse meno voti anche di Alfio Marchini, la posizione negoziale di Forza Italia con il resto della coalizione si affievolirebbe di brutto e a quel punto vi sarebbe il rischio di un fuggi-fuggi di quel che rimane del partito. E allora, quale migliore soluzione di un colpo di teatro? Berlusconi ci ha abituati in tal senso sin dalla sua discesa in campo nel 1994, anche se negli ultimi tempi ha deluso le aspettative. Davanti a sé, secondo le indiscrezioni degli ambienti a lui vicini, avrebbe due scelte principali: cercare il modo di fare uscire di scena il suo candidato con eleganza, magari a seguito di un auto-ritiro dello stesso, e appoggiare o Marchini, sostenuto oggi da NCD e dagli uomini di Raffaele Fitto a Roma, o proprio la Meloni.

     

L’appoggio alla Meloni per fare fuori Salvini

Nel primo caso, sarebbe il segnale di un riavvicinamento di Forza Italia ai centristi, che stanno, però, al governo. Sarebbe rottura con il resto della coalizione, ovvero con Lega Nord e Fratelli d’Italia, ma la conseguenza di un simile scenario sarebbe la sconfitta matematicamente certa alle prossime elezioni politiche. Il sostegno alla Meloni porterebbe, però, a un altro rischio, ovvero la consegna della leadership a Salvini. Per questo, Berlusconi potrebbe giocarsi un’altra carta: separare la candidata dal destino del Carroccio, attirandola nella sua orbita. In questo modo, renderebbe davvero difficile la vita al leader leghista, le cui ambizioni sarebbero ridimensionate, in assenza di sponde dentro il centro-destra. E chissà, che dimostrando in campagna elettorale una reale volontà di portare la Meloni al Campidoglio non venga ricompensato con la fine “sciagurata” del tandem con Salvini. La coalizione sopravviverebbe, dovrebbe cercarsi certamente un leader diverso da quello leghista, pescando anche dentro lo stesso Carroccio (Roberto Maroni?), ma evitando uno scivolamento verso una guida “lepenista” destinata alla sconfitta. Sarebbe l’optimum per tutti, tranne che per Salvini, s’intende.